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Ruchè vini: 43 proposte

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Ruchè: Storia, Caratteristiche e Prezzi

Il Ruchè è un vitigno autoctono piemontese molto raro che viene coltivato nel Monferrato. Da quest’uva nasce un vino rosso pregiato destinato alle grandi occasioni, ma che ha una storia enologica piuttosto recente e dal 2010 può fregiarsi della DOCG.

Il vitigno Ruchè viene coltivato sin dal Medioevo sulle colline del Monferrato, in provincia di Asti, ed in particolare nel comune di Castagnole Monferrato, suo terreno d’elezione.

Si ritiene che si tratti di un’uva proveniente dalla Borgogna francese ed importata nella zona da alcuni monaci benedettini che erano di stanza nel convento di San Rocco, di cui oggi non rimane traccia. Per molti secoli si è persa traccia anche di questo vitigno, fino a quando, nel 1964, il parroco del paese Don Giacomo Cauda iniziò un importante lavoro di riscoperta dell’uva Ruchè. Dopo aver trovato per caso quest’uva sconosciuta tra i filari della vigna della parrocchia, Don Cauda iniziò a vinificarla rimanendo sorpreso dal risultato e favorendone la diffusione nelle sagre paesane.

Nei decenni successivi i viticoltori della zona hanno iniziato a scommettere sempre di più su questo vitigno dai grappoli grossi e nel 1987 è giunto il riconoscimento della DOC, seguito nel 2010 dalla DOCG. Secondo disciplinare la zona di produzione del vino Ruchè è circoscritta solo ai comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi.

I terreni calcarei, asciutti e con buona esposizione al sole regalano vini di alta qualità per una produzione annuale di circa 650.000 bottiglie immesse sul mercato da una ventina di cantine della zona, tra cui spiccano Pierfrancesco Gatto, Luigi Ferraris e Montalbera.

Il Ruchè di Castagnole Monferrato può essere dunque considerato un vero e proprio “dono di Dio” che sta conquistando sempre più ammiratori nonostante la concorrenza degli altri grandi vini rossi piemontesi.

Il Vino nato dalla Vigna del Parroco

Il vino Ruchè si presenta al calice di colore rosso rubino non troppo carico con riflessi che possono tendere all’arancione. Intensi e peculiari sono invece gli aromi, marcati da note speziate e floreali, in particolare di geranio e rosa, e da sentori di ciliegia marasca sotto spirito e frutti di bosco. Altro aroma caratteristico è quello di cipria. Al palato risulta morbido ed asciutto, con tannini fitti, buona struttura ed una complessità aromatica piuttosto intensa.

Questo vino rosso del Monferrato può accompagnare egregiamente tutto il pasto, passando dagli antipasti, a primi piatti come le lasagne al forno, a secondi di carne rossa e cacciagione, senza dimenticare i formaggi a media stagionatura come castelmagno e grana da tavola.
Dà il meglio di sé in compagnia dei classici piatti autunnali della tradizione piemontese come fonduta, bagna cauda, finanziera ed agnolotti.

La temperatura di servizio consigliata è compresa tra 16 e 18°C. Alcune bottiglie particolarmente pregiate ed invecchiate possono accompagnare anche piatti più strutturati come il risotto al tartufo.

Il Ruché è un vino che può vantare un eccellente rapporto qualità-prezzo, il che ne ha favorito la diffusione nel corso degli ultimi anni, ma è ancora molto raro riuscire a trovarlo fuori dalla sua regione di origine, per cui una ricerca tra le enoteche online può essere molto utile.

I produttori di Ruchè propongono le loro migliori etichette a 20-23 euro, come nel caso del Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG di Montalbera.

Il prezzo del Ruchè di Pierfranceso Gatto si aggira invece sui 12 euro, in linea con le etichette della cantina Ferraris Luigi e con il Laccento di Montalbera, considerato uno dei migliori vini rossi italiani dal celebre critico enologico Luca Maroni.