Il Canavese e il vitigno Erbaluce

Vitigno Erbaluce

Ci troviamo in Piemonte, in quella terra enoica conosciuta per le rinomate zone vitivinicole. Spesso volgiamo sguardo e attenzione verso ciò che è più d’impatto e conosciuto, come ad esempio Langhe e Monferrato. Ma questo potrebbe portarci a trascurare altre zone meno famose ma altrettanto meritevoli di attenzione, territori in grado di stupirci o regalarci emozioni forti, come ad esempio l’Alto Piemonte e il Canavese.

Per questa e altre ragioni che scopriremo via via, oggi vi racconteremo di un areale viticolo più “timido”, paragonabile ad un giovane ragazzo al termine della fase adolescenziale che sta per sbocciare. Una zona che è un concentrato di energia e forza di volontà: il Canavese. E conosceremo questo territorio grazie al suo vitigno principale: l’Erbaluce.

Il Canavese

Questo viaggio, attraverso la scoperta del Canavese, lo faremo insieme alla Sommelier Professionista ed esperta del territorio Elisabetta Azzolini. A breve sarà disponibile un racconto sul Canavese realizzato di suo pugno: una raccolta delle emozioni che le hanno fatto compagnia lungo i mesi di ricerca e che l’hanno portata alla valorizzazione di un territorio forse troppo spesso ancora sottovalutato.

A partire dal paesaggio, fino ad arrivare alla viticoltura eroica e alle antiche tradizioni tramandate, il Canavese è un luogo che potremmo definire dalle addolcite spigolosità.

Vigneti del Canavese - vicino al piccolo paese di Cesnola

Vigneti del Canavese – vicino al piccolo paese di Cesnola

Questo territorio è davvero particolare a partire dall’origine incerta del suo nome e dai confini geografici ancora tutt’oggi imprecisi, in quanto non vi è una definizione univoca.

Nonostante il toponimo Canavese non si riferisca a dei confini delineati, possiamo affermare che interessi la parte nord-occidentale del Piemonte che si estende tra la zona montuosa del gruppo del Gran Paradiso, le colline dell’Anfiteatro Morenico d’Ivrea, le Vaude, la pianura della Dora Baltea e dell’Orco. Generalmente viene diviso in: Alto Canavese (valle dell’Orco e dintorni), Eporediese (limitrofa ad Ivrea) e Basso Canavese (zona di Caluso).

 Amare la propria terra significa avere la voglia di ricostruire giorno dopo giorno il suo passato per scoprire il presente e programmare il futuro.

Con queste parole l’esperta Elisabetta Azzolini introduce al suo racconto. Un luogo a cui sono stati attribuiti negli anni degli appellativi come “poco conosciuto, da valorizzare, decaduto, vecchio, malvestito…” e così via. Ma in fondo c’è poco da biasimarli; questi sono concetti di un retaggio culturale legato ad un’immagine più industriale della zona attorno alla città di Ivrea – luogo dalle origini antichissime e fulcro dell’areale canavesano.

Castello di Ivrea

Castello di Ivrea

Per fortuna le nuove generazioni insieme ad aziende storiche come Orsolani, Check e Gnavi stanno cercando di riportare in auge un territorio fertile e molto particolare come il Canavese.

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L’Erbaluce, il vitigno del Canavese

Uno dei vitigni simbolo del Canavese o meglio del Basso Canavese è l’Erbaluce.

Il vitigno Erbaluce è una varietà autoctona piemontese a bacca bianca storicamente tra le più importanti del territorio. Il nome Erbaluce nasce dalla favola che narra dell’incontro tra il sole e la luna che, innamoratosi l’uno dell’altro, non riuscivano però a sfiorarsi nel cielo.

Galeotto però fu il momento di un’eclisse e dal loro fugace avvicinamento nacque Albaluce, una così bella creatura da divenire simbolo per gli abitanti del villaggio. Si racconta che dalle sue lacrime nacquero tralci di vite a bacca bianca, l’Erbaluce.

Uva Erbaluce

Uva Erbaluce – Credits vigneviniequalita.edagricole.it

Ampelografia dell’Erbaluce

L’Erbaluce è coltivato nella provincia di Torino (Serra d’Ivrea e Canavese), in provincia di Biella (Viverone), nel vercellese e nel novarese. Le sue caratteristiche ampelografiche lo rendono un vitigno molto vigoroso, ma poco adattabile, per questo la sua diffusione è limitata ad una zona circoscritta.

Predilige suoli caldi e calcarei, richiede ottime esposizioni e medie altitudini al riparo dal vento. È una varietà a maturazione medio-precoce, sensibile all’odio ma resistente al marciume, grazie alla buccia spessa e resistente. Quest’ultima caratteristica è ideale per la vinificazione dell’Erbaluce Passito, (la versione più conosciuta di questo vino) in quanto rende la varietà particolarmente adatta all’appassimento, rallentandone la disidratazione.

Tipologia di vinificazione e Denominazioni

L’Erbaluce è un vitigno organoletticamente intenso e risulta molto versatile. Viene infatti vinificato secco, Passito o spumante.

In linea generale presenta un colore giallo paglierino, al naso è fluido e fresco e al gusto la freschezza permane con un finale ammandorlato. La peculiarità più nobile di questo vitigno è la sua potenzialità di evoluzione che nel tempo gli donerà delle tipiche note eteree che distinguono nettamente l’assaggio.

Ma vediamo le differenze principali tra le tre principali vinificazioni.

Vigneto di Erbaluce a Caluso in Piemonte

Vigneto di Erbaluce a Caluso in Piemonte

Erbaluce di Caluso DOCG

Vino fermo dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso si ritrovano note di fiori campo (acacia e biancospino); in bocca si traduce con un sapore fresco e sapido, con un finale leggermente ammandorlato.

Erbaluce di Caluso DOCG Spumante

Struttura e Acidità sono le due caratteristiche essenziali per creare una buona base spumante e l’Erbaluce le possiede entrambe.

Da disciplinare, è previsto che venga prodotto solamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia (Metodo Classico), rimanendo sui lieviti per almeno quindici mesi.

Il vino è caratterizzato dal perlage fine e dal colore paglierino scarico; il profumo è elegante, nuance di note floreali e fruttate abbracciano quelle più verdi. All’assaggio è incisivo nella sua delicata verticalità fruttata.

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Vigneti del Canavese - vicino al piccolo villaggio di Cesnola

Vigneti del Canavese – vicino al piccolo villaggio di Cesnola

Erbaluce di Caluso DOCG Passito

I grappoli di Erbaluce vengono accuratamente selezionati e fatti appassire in locali appositi, le “passitaie” dove riposano dai 3 ai 5 mesi. Dal primo giorno di novembre successivo alla vendemmia, devono passare almeno 3 anni prima della commercializzazione, come previsto dal Disciplinare (4 anni per lErbaluce di Caluso Passito Riserva). * fonte Consorzio Erbaluce di Caluso.

Nella versione passita, questa varietà sprigiona tutte la sua poliedricità: dal colore brillante giallo oro con riflessi ambrati, al profumo variegato, suadente ed etereo. Il palato viene pervaso da note di miele, frutta essiccata e candita. Conturbante nella sua forma, L’Erbaluce Passito è simbolo di una terra fortemente legata alla sue radici.

Per noi Canavesani il Passito di Caluso è tradizione, fierezza, legame viscerale alla propria terra e famiglia.
Elisabetta Azzolini

Sin da bambina cercava di imprimere nella memoria i profumi, i sapori e i ricordi legati a ciò che assaporava, e poi un giorno ecco arrivare il primo sorso di vino … da quel momento è scoccata la scintilla. Sommelier Ais e studentessa di Viticultura ed Enologia, nel luglio del 2019 termina il Master Alma - Ais. Divulgatrice di esperienze enoiche e non solo, oggi scrive per testate di settore.

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Sin da bambina cercava di imprimere nella memoria i profumi, i sapori e i ricordi legati a ciò che assaporava, e poi un giorno ecco arrivare il primo sorso di vino … da quel momento è scoccata la scintilla. Sommelier Ais e studentessa di Viticultura ed Enologia, nel luglio del 2019 termina il Master Alma - Ais. Divulgatrice di esperienze enoiche e non solo, oggi scrive per testate di settore.


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