Cantina Frentana: lo stupore di un pomeriggio Sociale

Cantina Frentana - Una Cantina Sociale in Abruzzo

Più di tre quarti della magia racchiusa nel mondo del vino è la capacità di stupire costantemente, lo impari il primo giorno di un qualsiasi corso base di assaggiatore, ma lo percepisci anche la prima volta che, seduto ad un tavolo con un amico appassionato, lo senti raccontare di cosa ha bevuto la sera prima o dell’ultima cantina che ha visitato.
Più di tre quarti della bellezza di un essere umano è data dalla sua voglia di stupirsi e dalla passione della ricerca di ciò che lo può stupire. L’ultimo quarto lo fa, a parer mio, l’umiltà di riconoscere di non sapere tutto, e di essere stati stupiti…
Le righe che seguono non avrebbero avuto lo stesso sapore se non condite da questo piccolo preambolo, quindi il lettore perdonerà il dilungarsi, e spero avrà l’umiltà, giunto in fondo al racconto, di dirsi stupito, almeno per un quarto.
Durante l’estate, grazie ad una amica che mai sarà ringraziata a sufficienza, ho riscoperto quell’ultimo quarto di umana essenza, quello di cui sopra, ed umile, ho pronunciato una frase che mai mi sarei aspettato di voler ripetere, almeno da quando misi piede in aula la prima sera del primo corso ONAV da assaggiatore: “il vino buono sta anche nei silos di alcune Cantine Sociali.” Non in tutte, forse in pochissime, ancora lo devo appurare, ma in alcune sicuramente. E quella di cui andremo a parlare qui è sicuramente in cima alla classifica, mia personale quantomeno.
Prendendo quella noiosissima strada che collega Venezia con le meridionali provincie della Puglia, si incontra quasi a metà strada la terra d’Abruzzo. A mezzavia della terra d’Abruzzo si incontra, affacciata alla costa dei Trabocchi la Abbazia di San Giovanni in Venere, alle sue spalle, il paese di Rocca San Giovanni, con appunto, la sua Cantina Sociale: Cantina Frentana, inizio di questa storia.Panoramica da Cantina Frentana

La Torre Vinaria di Cantina Frentana

Tralasciando la doverosa visita all’abbazia che regala attimi di pace nonché un punto eccezionale per ammirare uno stralcio di costa tra i più belli dell’Adriatico, concentriamoci sulla struttura della cantina Frentana, tra le poche reali torri vinarie ancora in funzione, e frutto del genio di Emilio Sernagiotto, enologo di Casteggio (PV), che progetta una struttura di oltre 25 metri a pianta rotonda, che con i suoi sei piani di vasche vinarie, pare voler essere una roccaforte contro il pregiudizio enologico citato in precedenza.
Cantina Frentana - Grata con anno Fondazione
Costruita a partire dal 1958
, cava al centro, con le vasche disposte lungo il perimetro, è un chiaro esempio di come il design architettonico dovrebbe puntare all’ottimizzazione di forme ed uso. L’intercapedine d’aria tra il muro di cemento armato e le vasche garantisce un isolamento ottimale, permettendo tanto la vinificazione che la conservazione del vino. La sovrapposizione delle cisterne facilita le operazioni di travaso per caduta, e quindi il lavoro dell’uomo.

Saggiamente, nel 2014, un restauro perfettamente eseguito, ha riportato al giusto splendore il corpo principale, dotandolo di una sala panoramica posta alla sommità, che ospita oggi una cucina professionale e svariati tavoli, accogliendo i visitatori nelle varie serate di degustazione e regalando una vista a 360° sulle terre del chietino e della splendida Val di Sangro.

I numeri del Vino in Abruzzo

Cantina Frentana - La Cantina dei Vini
Torniamo a noi: la storia enologica dell’Abruzzo lo colloca fino alla decade scorsa tra quelle regioni conosciute e marchiate dalle enormi quantità di vino sfuso prodotto e distribuito lungo tutta la penisola come comune vino da pasto o peggio ancora come rimedio da taglio per altri vini prodotti fuori regione bisognosi di una spinta di corpo e carattere che il Montepulciano d’Abruzzo può facilmente donare.

Con una produzione media attorno ai 5 milioni di ettolitri, il 90% dei quali proveniente dalla provincia di Chieti, Cantina Frentana contribuisce con circa 1 milione di bottiglie l’anno, circa 750 mila ettolitri (il 15% circa del totale) che ne fanno la seconda realtà produttiva in Abruzzo.

Dati i numeri, lasciano di stucco tre cose: come se ne possa parlare così poco nel resto del Regio Regno, come possano produrre tanta qualità per una serie di imbottigliamenti differenti partendo dagli autoctoni di regione, come possano, ancora, racchiudere in vetro tanta qualità ad un prezzo tanto ragionevole.

Questo lo stupore, questo il mea culpa, questa la fenomenale scoperta che mi ha fatto giurare che mai più partirò alla scoperta di una regione vinicola a prescindere dalle sue realtà di base, che in Italia, ancora per non so quanto purtroppo, saranno rappresentate dalle cantine sociali.

La Sala Degustazione

Cantina Frentana - Vista dall alto
Cicerone d’eccezione per questo mio salvifico viaggio è stato Giuseppe Alfino, che della cantina conosce storie e segreti avendo devoluto con passione parecchi anni a fare della Frentana quello che è oggi.
Tralascio qui la lunga storia di cantina, per invitare l’italico popolo ad allungare il pellegrinaggio estivo fino alla cantina per scoprirne segreti e tradizioni, e mi soffermo sulla sala di degustazione dell’ultimo piano, che tra i toni del bianco candido e del rosso vivo, è capace di far invidia per posizione panoramica e qualità del design, alle più blasonate e conosciute barriccaie sparse in altre regioni.

Attorno all’apertura circolare, che non senza qualche vertigine affaccia al vuoto del centro della torre, un volo di venticinque metri che chiude sulla grata recante la data di fondazione: 1960. Giuseppe ci fa accomodare di fronte ai bicchieri lindi ed alla focaccia arrivata per l’occasione dalla cucina (preparata calda di forno, al momento).

Cantina Frentana - Sala Degustazione

Bellissime le parole spese sui conferitori. Palesi gli sforzi compiuti dalla direzione, assieme all’enologo di fiducia Gianni Pasquale, per indirizzarli sempre più verso sistemi di coltivazione che permettano di raggiungere quei potenziali di qualità che territorio e vitigni possono esprimere in questa zona particolarmente vocata. Alle parole sono seguiti i fatti. Lampanti, schietti, incontrovertibili, a testimoniare di come, con il giusto approccio e la voglia di un lavoro equamente retribuito, la realtà “Cantina Sociale” possa rappresentare una più che valida alternativa ai produttori di grido e successo che vantano produzioni milionarie.

I Vini di Cantina Frentana

Cantina Frentana - Assaggiamo i vini Torre Vinaria
Andando con ordine, ma tacendo di parecchi assaggi che vi racconteremo in altre occasioni, per questa prima puntata vorrei soffermarmi su uno degli ultimi nati di Cantina Frentana. Torre Vinaria è giovane nella storia, ma vecchio di origine, declinato secondo moderni dettami di marketing in “mono-nomenclatura” e doppia foggia: bianco e rosso.

Bottiglia nera quasi imperscrutabile, un nome che più evocativo non si può: “Torre Vinaria” appunto, IGT Terre di Chieti. Tenuti a battesimo a Marzo 2015 poco prima di Vinitaly e a detta di molti, esperti e non, già prossimo alla perfezione nell’espressione delle moderne potenzialità di cantina.

Cantina Frentana - Torre Vinaria - I Vini degustatiIl bianco: a larga base Pecorino, viene arricchito con uno Chardonnay che contribuisce con le sue note fruttate e velatamente balsamiche, a complementare una schiena acida decisamente fresca ma mai invadente. Il risultato è un sorso corposo ma squillante, che riempie la bocca di frutta bianca dolce, leggermente balsamica, con un final di bocca più acidulo che rinfresca. Non tradisce i profumi che avevamo percepito al naso, ricchi anche di fiorellini più gentili e del ricordo del sol nei campi. Di maniera, se vogliamo, l’aggiunta dell’internazionale Chardonnay che comunque ha trovato in Abruzzo terra fertile per interpretazioni assolutamente autoctone.

Il rosso invece nasce, tra l’altro, dalla voglia di testimoniare la capacità tecnica della cantina. Taglio di Montepulciano, manco a dirlo, arricchito di Merlot e Cabernet Sauvignon, un quasi bordolese, quindi a scontro diretto con i più blasonati nomi del panorama italiano, scontro dal quale esce assolutamente a testa alta, forte anche di un prezzo che lascia a bocca aperta e le tasche insolitamente piene. Rotondo, ma mai banale, giocato sulla spinta di un Montepulciano vinificato per mantenere tutto il suo carattere senza eccedere in inutili durezze, da aspettare per anni. Un vino tutto d’un pezzo, che ai frutti rossi di una base non invecchiata affianca i terziari accennati di cuoio e chiodi di garofano. Sorso lungo, che lascia sul finir di palato le note asciutte dei tannini secchi che asciugano il giusto e preparano al meritato secondo e terzo sorso… per tacer del quarto.

Stupore, prese di coscienza, mea culpa ed infinita gratitudine, eccoli quindi spiegati e suffragati dai fatti. Dei tanti assaggi di quel pomeriggio avremo modo di parlare in altre pagine, di altre visite avremo modo di segnar le date sul calendario 2016, perché una realtà in fermento ed evoluzione lungo la via della qualità nella quantità al giusto prezzo, nel solco della storia condita da uno sguardo al mercato ed al marketing consapevole, merita più e più pomeriggi come quello passato in una calda giornata agostana.

Un grazie infinito va anche a Cinzia Alfino, grande amica e principale responsabile delle suggestioni condensate in queste poche righe.

Matteo Luca Brilli, o così piaceva ai miei genitori, che mi hanno graziato della nascita in terra Romagnola, con la R maiuscola, regalandomi così una passione viscerale per il buon bere ed il buon mangiare. Studi di comunicazione a parte ho capito subito che impastare uova e farina accompagnandole con un bicchiere adeguato sarebbe stato il un bel modo di passare le domeniche, e quindi via con i corsi di cucina e poi l'incontro con ONAV, diventando finalmente assaggiatore. Qualche cantiniere mi ha regalato la sua amicizia, qualche Chef ha condiviso i suoi segreti, più di qualche parola è stata messa nero su bianco e tante tante ne verranno ancora.

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Storie di Produttori · Viaggi DiVini · Visite in Cantina

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Matteo Luca Brilli, o così piaceva ai miei genitori, che mi hanno graziato della nascita in terra Romagnola, con la R maiuscola, regalandomi così una passione viscerale per il buon bere ed il buon mangiare. Studi di comunicazione a parte ho capito subito che impastare uova e farina accompagnandole con un bicchiere adeguato sarebbe stato il un bel modo di passare le domeniche, e quindi via con i corsi di cucina e poi l'incontro con ONAV, diventando finalmente assaggiatore. Qualche cantiniere mi ha regalato la sua amicizia, qualche Chef ha condiviso i suoi segreti, più di qualche parola è stata messa nero su bianco e tante tante ne verranno ancora.


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