Per i puristi del vino: non è uno scherzo, ma restate calmi! E’ vero che il vino analcolico esiste, può sembrare un controsenso ma è proprio così.
Conosciuto meglio come vino dealcolato o dealcolizzato, non è una moda degli ultimi tempi, ma un prodotto complesso e inserito nel mercato da un po’ di tempo e che forse vale la pena di conoscere meglio.
Le domande sono tante: si produce come il vino tradizionale? Ha lo stesso sapore del vino? E’ facile trovarlo in commercio? Proviamo a trovare le risposte e ad avvicinarci senza pregiudizi a questa realtà alternativa.
Come si produce il Vino Analcolico
Il vino, bianco o rosso che sia, nasce alcolico grazie al processo di fermentazione che è una delle fasi principali della vinificazione stessa.
Perciò per ottenere un prodotto privo (o quasi) di alcol è necessario un processo differente. Teniamo presente che un vino può definirsi analcolico quando il livello di alcol al suo interno è inferiore allo 0,5%.
Dealcolizzazione
La dealcolizzazione consente questa trasformazione e consiste nella separazione dell’etanolo dal vino. Si tratta di un iter complesso e delicato: la cattiva riuscita di questo processo, infatti, può compromettere la qualità del vino.
Esistono vari metodi per attuare tale dealcolizzazione. Tra i più impiegati ci sono distillazione e filtraggio, con un’attenzione sempre alta a pressione e temperatura.
La dealcolizzazione, se operata in modo impreciso e con strumenti non opportuni, può condurre all’alterazione del quadro aromatico del vino e quindi a un prodotto finale di scarsa qualità.
Distillazione
Nello specifico la distillazione consiste nel portare all’evaporazione l’alcol contenuto nel vino tramite il calore. A fermentazione avvenuta il vino viene tenuto a una temperatura non troppo elevata, per un certo intervallo di tempo.
E’ grazie al calore che avviene la separazione dell’alcol dal vino. Ma proprio a causa della temperatura elevata del processo si rischiano delle reazioni all’interno del vino compromettendone la sua qualità. Per questa ragione occorrono grande esperienza e macchinari davvero efficienti.
Filtraggio
L’altro metodo è il filtraggio. Qui entra in gioco la pressione: il vino infatti attraversa a pressioni elevate una membrana finissima che consente solo il passaggio delle molecole di acqua e alcol.
Si tratta di un processo che va ripetuto più volte in modo da eliminare un importante quantitativo di alcol. Il rischio in questa dinamica è che venga a mancare anche l’acqua, perciò il vino già privo di alcol dovrà essere reidratato.
Il vino analcolico sa effettivamente di vino?
La domanda che sicuramente più stuzzica la curiosità di noi winelovers quando si parla di vino analcolico riguarda proprio il suo sapore.
E’ lo stesso del vino “vero”? Sicuramente no.
Abbiamo a che fare con un prodotto diverso, in cui manca un ingrediente fondamentale e fondante del vino ovvero l’alcol.
A un primo sorso il vino analcolico potrebbe apparire annacquato, carente della robustezza e della personalità che caratterizzano il vino tradizionale.
Per i palati abituati ad apprezzare il vino si tratta di un approccio non facile: troveranno una dolcezza e una leggerezza che, seppure piacevoli, non ricondurranno a quei sapori e a quegli aromi tradizionali del nettare di Bacco.
Un confronto tra il vino e il corrispettivo analcolico non è possibile, siamo effettivamente su due categorie di prodotto molto diverse.
Tuttavia per approcciarsi nel miglior modo possibile al vino analcolico (e attenuare la differenza rispetto al vino tradizionale) si dovrebbe degustare sempre fresco.
La bassa temperatura compensa la carenza di alcol e rende più intensi gli aromi provenienti dall’uva.
La Geografia del Vino Analcolico
Era abbastanza prevedibile che in Italia, terra di grandi produttori e anche appassionati consumatori, il vino analcolico non avrebbe avuto un grande riscontro.
Innanzitutto perché la dealcolizzazione del vino nel nostro paese è vietata. Questo comunque non impedisce la presenza del vino analcolico nel mercato nostrano in quanto il trattato di Maastricht sancisce la libera circolazione di merci nell’Unione europea.
L’Italia comunque mostra sempre un po’ di resistenza nei confronti di questo prodotto, anche per ragioni di carattere sentimentale e puramente identitario.
Ed effettivamente oltre i confini italiani questo è un prodotto molto apprezzato. Nord Europa, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Australia presentano un mercato accogliente nei suoi confronti e vivo da un punto di vista produttivo.
Tra le ragioni che possono spingere al consumo di vino dealcolato l’attenzione alla salute: essendo una bevanda priva quasi del tutto di alcol è più indicata per chi segue una dieta o per chi soffre di patologie come diabete o ipertensione.
Ma se è vero che la percentuale di zuccheri è inferiore rispetto a un vino tradizionale proprio per il basso livello di alcol, non bisogna dimenticare gli zuccheri apportati dall’uva.
Per gli intrepidi incuriositi da questa “alternativa” al classico vino anche in Italia è possibile trovare una buona selezione: Chardonnay, Merlot, Syrah e vini frizzanti.
Questi ultimi, nello specifico, vanno incontro a un processo di gassificazione tipico di una qualsiasi altra bibita gassata.
E voi, cosa ne pensate del vino analcolico? Lo provereste?
dove trovo i prezzi del vino analcolico?
esiste anche vino FERMO privo o quasi di alcool
Cerco vini analcolico perché ho una cirrosi epatica.
Ottimo e salutare.