Villa Favorita 2016: Luci e ombre del Salone dei Vini Naturali

Villa Favorita 2016 VinNatur

Anche quest’anno abbiamo partecipato con piacere e tante aspettative al Salone dei Vini Naturali, organizzato da VinNatur (Associazione viticoltori naturali), svoltosi dal 9 all’11 aprile nella storica Villa Favorita a Sarego (Vicenza).
Un appuntamento che nel 2016 è arrivato alla tredicesima edizione, toccando il record di presenze (4600 visitatori) in aumento del 20% rispetto all‘anno precedente, dando continuità ad un trend di crescita costante, che dimostra come i valori e la filosofia dei Vini Naturali stiano coinvolgendo l’interesse di un numero di persone sempre maggiore.

Oltre 150 Vignaioli presenti, da Italia e da tutta Europa, ottima presenza di giornalisti, blogger e buyer stranieri, ma anche di appassionati e curiosi che hanno partecipato con entusiasmo, attirati dai Vini, ma anche dalle delizie gastronomiche (pizza sfornata al momento, panini con affettati locali, hamburger di oca) e dalla location davvero splendida, dotata di un accogliente giardino immerso nel silenzio della natura, circondato da un panorama collinare che permette di riappacificarsi con il mondo.
Anche il rapporto qualità-prezzo dell’evento è un elemento di grande interesse, dato che con 20€ è possibile degustare liberamente tra i numerosi stand dei produttori, tra i quali spiccano sia cantine di valore assoluto (Foradori, Corte Sant’Alda, Marco de Bartoli, COS, Ferdinando Principiano, Carussin) sia nomi ormai celebri nel circolo dei Vini Naturali/Bio come Cà Del Vent, Quarticello, Marco Merli, Frank Cornelissen, Rocco di Carpeneto, Castello di Stefanago, Tunia e Camillo Donati solo per citarne alcuni. Quindi un biglietto da visita di un certo spessore.

Angiolino Maule Fondatore e Presidente VinNaturE’ anche giusto ed importante ricordare l’anima e la filosofia ispiratrice di questo evento e soprattutto dell’associazione che lo organizza: VinNatur.
La scopo dell’associazione, condiviso dai 156 produttori che ne fanno parte, è quello di “impegnarsi a rispettare concretamente la natura e la terra, lavorando con coscienza in vigna e in cantina“, con l’obiettivo di produrre vini genuini senza l’uso di pesticidi, obiettivo raggiungibile anche grazie alle numerose collaborazioni con Università e Centri per la Sperimentazione, che danno linfa a progetti di ricerca utili per incrementare competenze e qualità nei vini destinati ai consumatori.
Statistche Vini VinNatur a Villa FavoritaDa evidenziare che per entrare nell’associazione i vini di ogni cantina vengono valutati in fase iniziale con test e analisi per verificare eventuali residui di sostanze non adeguate.
Proprio per dare valore formale e il giusto riconoscimento a questo approccio di indubbio spessore, recentemente è stato approvato il testo provvisorio del Disciplinare di produzione del vino naturale VinNatur, che contiene le linee guida riguardanti il metodo di produzione del vino, le pratiche ammesse e non ammesse in vigneto e in cantina ed il piano di controlli da effettuare a garanzia. Chiarezza e trasparenza sono i valori di sintesi di tutto il progetto.

Tutto bene dunque? Non del tutto secondo noi, almeno dal nostro punto di vista di appassionati e assaggiatori di vino, in merito chiaramente all’evento Villa Favorita di cui stiamo scrivendo.

Ma prima di parlare dei vini è giusto anche evidenziare pro e contro dal punto di vista logistico, organizzativo e della location di Villa Favorita. Si parla molto del problema parcheggio al Vinitaly (a ragione), ma anche per questo evento qualche criticità emerge.
Qui anche il parcheggio è molto “Naturale”, una morbida salita in collina che già lo scorso anno, con un pò di fango, aveva messo in difficoltà gomme e uscita dal parcheggio pieno…figuriamoci quest’anno che aveva piovuto prima. Difatti era chiuso o non del tutto accessibile (in dialetto veneto è difficile capire bene) e si è dovuti scendere e optare per i parcheggi nei dintorni.
L’organizzazione interna è buona e attenta ai particolari. Calice, porta calice, libretto con tutti i produttori e gli stand, uniti ad un’accoglienza con sorriso annesso, sono elementi che mettono di buon umore e si fanno apprezzare.
E la tasting room, sala di degustazione per gli addetti ai lavori, è davvero utile ed importante per assaggiare con calma i vini e capire meglio come muoversi all’interno dei banchetti e con quali priorità.

Villa Favorita - La Tasting Room con Appunti di Degustazione e Trovino

Il più grande limite, che è anche l’elemento di maggior fascino ed attrazione dell’evento è dato proprio dalla location Villa Favorita.
La villa, il giardino e persino la strada per raggiungere la villa sono meravigliosi e invogliano sempre a ritornare per trascorrere una giornata di eno-vacanza in libertà, in un’atmosfera da “antichi romani”, a crogiolarsi al sole e a godere dei piaceri della vita: cibo e vino in abbondanza e di qualità.
Ma con un afflusso cosi importante ed in crescita, secondo noi non è più adeguata. Le sale troppo piene, muoversi nei corridoi e tra i banchetti a tratti è diventato impossibile e fastidioso. E i rumori di sottofondo quasi soffocanti.
Le scale per accedere da un piano all’altro non sono assolutamente un mezzo percorribile e sicuro per muoversi, soprattutto in determinate condizioni.
Come per i parcheggi, mi chiedo come mai nessuno evidenzi il problema di chi beve troppo, che in spazi come questi a mio avviso diventa ancora più critico.
Si potrà mai rinunciare al fascino di una location cosi? Si dovrà aumentare il prezzo? Differenziare gli accessi tra addetti ai lavori ed eno-appassionati? Speriamo di avere risposte in tal senso, perchè sicuramente qualcosa va rivisto.

Venendo ai vini assaggiati a Villa Favorita, al di là delle giuste premesse fatte in precedenza, ed escludendo parecchi dei nomi già fatti che rimangono una garanzia, diversi assaggi ci hanno lasciato qualche perplessità, sia bianchi che rossi.
Probabilmente la causa è da legare alle annate, la 2014, con tutte le sue difficoltà e la 2015 che è chiaramente ancora giovane, nonostante le potenzialità che ci vengono evidenziate da più luoghi.
Resta il fatto, che molti campioni assaggiati non si sono presentati in modo adeguato, non risultando vini puliti e piacevoli, evidenziando odori sgradevoli (a volte) e molto spesso acidità e squilibri in bocca davvero eccessivi.

Ma come sempre ci piace evidenziare e condividere con voi gli assaggi che idealmente ci siamo portati a casa e che ci permettiamo di consigliarvi perché meritevoli di grande attenzione.

Villa Favorita - Bottiglie in degustazione in Tasting Room

Qualche Grande Vino del VinNatur Villa Favorita 2016

Sauvignon Blanc Chateau Pascaud Villefranche: Un ottimo vino e una grande scoperta. Distante dai canoni a cui siamo abituati (Alto Adige e Friuli), ma altrettanto meritevole. Pesca bianca, frutta esotica, litchi e un ventaglio di fiori bianchi intenso. Naso ampio, fresco e in evoluzione continua. Beva compulsiva, di grande armonia e piacevolezza. Acidità e alcool a braccetto per un vino equilibrato, ideale per questa stagione, da aperitivo o cena a base di verdure.

Champagne Grand Cru Brut nature Laherte Frères: un Champagne Chardonnay 100%, non dosato, da viti di oltre 30 anni. Bouquet ampio e complesso. Fiori bianchi, note di mela, pera e un sottofondo boisée che accarezzano il naso. In bocca a prevalere sono le note più agrumate, di frutta esotica e quelle tostate già riscontrate all’olfatto. Grasso, rotondo, pieno, dotato di volume e buona armonia gustativa.

St Julien en St Alban Eric Texier: Un gran bel vino di un piccolo produttore biodinamico di Charnay, in Cotes du Rhone. 100% Syrah da vigne di 30 anni. Un naso intrigante di frutti rossi e spezie, noce moscata e pepe nero. In bocca ha personalità da vendere e lascia ricordi lunghi e mistici. Molto buono anche lo Chateauneuf du Pape. Forte il richiamo di una visita sul territorio.

Campo Rivera” Barbera Oltrepò Pavese Doc di Pietro Torti: una bella Barbera oltrepadana. Naso di frutta rossa e tostatura, un pò piaciona forse, ma molto piacevole. In bocca ha corpo da vendere, piena armonia, con acidità sempre presente che regala una beva equilibrata e dal lungo finale ammandorlato.

Etna Rosso 2013 Bruno Ferrara Sardo: una chicca. Una cantina di un ettaro per 3500 bottiglie prodotte in territorio Etna. Frutta nera, note di idrocarburi, suggestioni laviche per il suo ottimo Etna Rosso. Assaggiati altri campioni. I suoi sono vini definiti e di personalità, emozioni vere e squillanti nonostante il rumore in sala di degustazione.

Ci sono piaciuti anche l’Etna Rosso di Etnella (naso intrigante, sensazioni sapide e agrumate, ancora in cerca di definizione, non molto concentrato in bocca), il Chiassobuio di Tunia (bel sangiovese di carattere, fresco e vivo, dai tannini fini che rendono il sorso, giocato su frutta rossa, balsamico e liquirizia, molto piacevole), il Chianti Classico di Fattoria Poggiarello (un bel naso balsamico, con note erbacee) e il Jubilus di Pian Del Pino (se non erro la 2006, etereo, ceralacca, candela profumata, frutta rossa matura, ancora vivo in bocca).
Menzione finale per il Bianco Umbria Fiero di Carlo Tabarrini/Cantina Margò, un Trebbiano in purezza vibrante, di grande polpa, animato da note sulfuree, di frutta gialla e camomilla. Un vino pieno e grasso, con una bocca esaltata dalle note sapide e minerali che lasciano ricordi potenti.

Restate sintonizzati che a breve vi parleremo anche del Vinitaly. Alla prossima!

Appassionato di Vino ormai dal 2005, assaggiatore ONAV di primo livello, tante serate e visite in cantina con devozione a Bacco..ho lanciato Trovino per aggregare contenuti e opportunità..e ora il Blog per unire in un coro unico la voce di produttori, enotecari, assaggiatori, giornalisti e poeti del vino...

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Commenti

3 risposte a “Villa Favorita 2016: Luci e ombre del Salone dei Vini Naturali”

  1. matteo ha detto:

    Ciao Alessandro, questa manifestazione sta effettivamente mostrando il fianco alla quantità di gente. Non può essere più considerata una occasione per appassionati e basta. Le dimensioni e le date furbescamente scelte, sono sintomo della volontà di dare una bella sterzata in direzione del business di un certo tipo, tralasciando i privati che “tanto si adattano e fanno mucchio”. Capisco anche perfettamente il produttore che dedica tempo ad un importatore internazionale piuttosto che ad un singolo, per quanto appassionato e competente, che al massimo porta a casa 6 bottiglie.

  2. Alessandro ha detto:

    Gli eno-appassionati sono il minore dei problemi. Il 90% del muro umano di fronte a me è costituito da importatori poco educati e non vedo perchè io, preferendo interfacciarmi con molta meno boria al produttore esibendo cartellini, debba rinunciare alla tranquillità (e soprattutto alla velocità) nell’assaggiare qualcosa che abbia colpito il mio interesse solo perchè qualcuno deve “fare affari” (che di certo non si fanno in una stanzetta con 100 persone accalcate). Il Pro Wein insegna.

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