Mercato dei Vini 2015: La grande Fiera dei Vignaioli Indipendenti

FIVI - Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2015

La cosa da chiedersi prima di entrare per la quinta volta in cinque anni al Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti organizzato dalla FIVI a Piacenza è: sputo o non sputo. Lungi dal voler riprendere la diatriba storica che recentemente si è riproposta sulle pagine di qualche blog di settore, il quesito è importante quando ci si prepara ad affrontare un padiglione con 330 cantine, tutte particolarmente capaci, molte fortunatamente ancora mai assaggiate, e otto ore a disposizione. Il rischio è di perdere lucidità in poco tempo. Quindi bisogna selezionare, ma non è semplice nemmeno questo.

La manifestazione, che si è svolta tra il 28 e 29 Novembre presso la Fiera di Piacenza, è da qualche anno un’occasione per incontrare “vecchi amici” da salutare (in numero fortunatamente crescente anno su anno), poi ci sono quei nomi che meritano comunque una visita, perché ancora non assaggiati, poi c’è la curiosità per vitigni particolari e difficilmente recuperabili, poi ancora il destino e l’animo errante dell’eno-girovago tra i banchetti… ne risultano una quantità di assaggi che pure spalmati nel tempo, metterebbero in ginocchio la lucidità di chiunque… e quindi?

E quindi proviamo a crearci un percorso ragionato, e ci si perdona se non si riusciranno ad assaggiare tutti i campioni in lista, o stringere le mani di tutti i produttori.

Alcuni Grandi Assaggi al Mercato dei Vini

Ermes Pavese - Priè BlancGrandi Vini Valdostani: Ermese Pavese…

Noi siamo partiti molto rigorosi, dalle Alpi alla Sicilia, e così la prima sosta è stata in Valle d’Aosta, per scioglierci ai sapori del Prié Blanc prodotto da Ermes Pavese nei suoi vigneti tra gli 800 e 1200 metri. A colpire forte il palato, grazie ad un corpo inaspettato che bilancia la beva freschissima e complessa è stato il Nathan. Particolare è la vinificazione che prevede 48 ore di macerazione in vasche raffreddate dalle acque del torrente che bagna i terreni dell’azienda. Termina poi la fermentazione in legno piccolo con battonage frequente eseguito per rotazione delle botti. Un anno in legno ed uno almeno in bottiglia. Particolare e molto molto meritevole, se riusciste ad aggiudicarvi qualcuna delle sole 2000 bottiglie prodotte.

Les Cretes - Fumin e Premetta..e Les Cretes.

Seconda cantina Valdostana che sempre regala grande sostanza e piacevolezza: Les Cretes.
Questa tappa ci suggerisce un assaggio decisamente insolito, il Neblù, metodo classico rosé ottenuto dal Prëmetta, vitigno autoctono naturalmente rosato che viene lasciato dieci mesi sulle proprie fecce. Intrigante al naso, un bel connubio di panificazione e rosa canina. In bocca è tutta un’esplosione di bolle croccanti che riempiono e poi spariscono, lasciando un sorso non breve e abbastanza intenso, con un tannino equilibrato ma insolito per un metodo classico.

Grande conferma anche per quest’anno è il Fumin 2013, altro vitigno autoctono dai tannini decisi che accompagnano una bocca che sa di mammola e fruttini rossi. In una parola lo abbiamo battezzato “distinto”, complice anche un colore rubino intenso dall’unghia violacea.
Notevolissimi come sempre i vini di Grosjean: conferme per la Petit Arvine, il Fumin e il Pinot Noir di cui abbiamo parlato anche in altri post.

Ancilla LuganaTra Garda e Veneto

Lungo il percorso verso est abbiamo fatto la piacevole conoscenza di Luisella, tenutaria di Ancilla, in zona Lugana, che seguendo i solchi tracciati da nonna e mamma conduce una bellissima realtà che unisce i vigneti di La Ghidina e Cadellora, tra Sirmione e Villafranca.

Personalmente sono rimasto affascinato dal Cru aziendale, La Ghidina, Turbiana 100% finemente selezionata in vigneto ed appassita in cassetta per 40 giorni. Fermentazione e primo affinamento in barrique non tostate con battonage e poi minimo altri sei di riposo in bottiglia. E’ un sorso particolare, complesso, ricco di idrocarburi ma fresco, ampio anche al naso a patto di non servirlo eccessivamente freddo. Quando si apre ha sentori di fiori ed erba tagliata per terminar con note quasi di farina. Un biglietto da visita che merita un arrivederci in cantina.

Borgo Stainbech - 150 Lison
Proseguendo verso il mare e la laguna veneziana, Borgo Stajnbech presenta il suo 150 Lison Classico DOCG. Basta la dose da assaggio nel bicchiere per innescare un’esplosione balsamica di timo e acacia. Potente ma non scomposto, fresco ma importante. In bocca la fermentazione sui lieviti si sente tutta e lo rende un prodotto estremamente curioso, difficile da abbinare, ma sfidante e sfizioso, altro indirizzo da visitare prima dell’estate.

Considerazioni tra un calice e l’altro

A questo punto, ci prendiamo una meritata pausa, e scappa una mezza considerazione sull’organizzazione logistica di quest’anno, che purtroppo mostra un po’ il fianco a qualche “critica da bar” di noi soliti “precisini”. Bene per l’aumento dei partecipanti che hanno trovato tutti collocazione e spazio per accogliere i visitatori, per l’ospitata di una birra nel mare vinicolo e per i produttori alimentari che han fatto da degno contorno al re vino.

Meno bene un paio di scivoloni veniali che fanno molto più sorridere che arrabbiare: l’assenza di un guardaroba e la tanto vituperata tasca porta-bicchiere sarebbero risultati comodissimi per aggirarsi alla scoperta di sorsi nuovi consultando la puntuale guida, peccato. Dopo questa pausa di riflessione, siamo ripartiti con gli assaggi ed abbiamo dato sfogo alla curiosità di assaggiare uno dei fenomeni degli ultimi anni, decisamente “indipendente”.

Prosecco e Colfondo: Bele Casel

Bele Casel Prosecco Asolo DOCG
Siamo in zona Asolo e Bele Casel è un nome conosciuto ormai a livello nazionale. Ci siamo concentrati sul loro Prosecco Colfóndo, provandolo prima in versione “decantata”, ed apprezzando un sorso estremamente corretto, sicuramente più strutturato in bocca di un prosecco classico, con un bouquet meno floreale e più votato ai terziari, grazie alla rifermentazione in bottiglia.

Per il secondo assaggio abbiamo provato a capovolgere una bottiglia ed aprirla, versandolo dunque torbido, scoprendo subito come quelle fecce in sospensione regalino un sensazioni completamente differenti. Più ruvido e vibrante, più croccante e meno immediato, più intenso e sicuramente meno alla portata di tutti. Personalmente molto più godereccio che educato. Ecco le due anime del Colfóndo, da gustarsi a piacimento in entrambe le vesti, basta conoscerlo, quando il prodotto è valido e ben fatto come in questo caso, l’una o l’altra, non si sbaglia.

Tra Chianti Classico, Alto Piemonte e Diano D’Alba

Solatione Chianti Classico
Menzione va poi al Solatione di Fabio e Francesca, che producono un Chianti Classico, base e riserva a Mercatale Val Di Pesa. Qui l’accento cade su come le uve di uno stesso vigneto, con la stessa esposizione, stesso terreno, possano dare due prodotti dall’animo così differente, e ciascuno a modo suo espressione sincera di una visione di cantina rigorosa e votata alla qualità.

Tra Chianti classico e Riserva, entrambi 2010, si spazia dal fresco fruttato dalla acidità evidente, rosso rubino e snello in bocca, alla complessità dei terziari maturati in legno, che raccontano di cuoio, tabacco e spezie, nella migliore tradizione del Sangiovese Toscano. Stessa annata, entrambi pronti, entrambi estremamente godibili.

Fratelli Aimasso - Luca Aimasso con il suo Nebbiolo d Alba
Mille altri sono stati gli assaggi, tra cui una menzione particolare va al Boca di Antico Borgo dei Cavalli, azienda condotta dalla simpaticissima Silvia Barbaglia e marito, sempre una certezza, che quest’anno accompagnava il debutto del Curticella Metodo Classico 60 mesi da uve Erbaluce, una sorpresa di complessità e bevibilità nello stesso sorso.

Grande come sempre anche il Diano D’Alba dei Fratelli Aimasso, fine, gentilmente risoluto sulle caratteristiche note di frutti rossi agili in bocca dalla beva infinita. Ambiziosi e molto vivi anche il Barbera e il Nebbiolo, che completano la rosa dei rossi del territorio.

San Colombano al Lambro e i grandi Vini di Antonio Panigada

Sempre gradite le parole di Antonio Panigada, una delle migliori espressioni della piccolissima DOC San Colombano in Lombardia. Convinto, giustamente, che una spinta unitaria tanto a livello di politica dei prezzi quanto di dichiarazione di intenti sui metodi produttivi, dovrebbe essere la strada comune di un movimento che unisce tutti quei produttori che realmente vogliano dirsi “indipendenti”, accomunando le forze e facendo fronte comune alle enormi realtà enologiche più “industriali”.

Dal canto nostro sposiamo in pieno l’idea di un movimento che tragga forza dalle peculiari caratteristiche di ciascun produttore, animato da uno spirito comune e dalla condivisione dei principi di lavorazione. Tra una chiacchiera e l’altra larriva puntuale la conferma di qualità del Tranquillo DOC San Colombano, da Barbera e Croatina, ed un ultimo saluto con quel nettare più unico che raro che è il PassitoAureum“, da appassimento di uve Malvasia di Candia, assolutamente da mettersi in casa per i dolci delle prossime feste.

Del Riesling “San Rocco” di Castello di Stefanago e dello ChardonnaySan Donè di Marco Vercesi vi abbiamo già parlato in due recenti post e possiamo solo confermarne le grandi qualità.

Considerazioni finali

Potremmo continuare all’infinito ma chiudiamo qui con una considerazione sui numeri che la FIVI è riuscita generare quest’anno e che sono di tutto rispetto. 6000 ingressi in due giorni, una media di acquisto tra le 6 e le 9 bottiglie, sono cifre che si giustificano solo pensando alla crescente qualità che le realtà italiane indipendenti hanno imparato a mettere in campo. In generale finalmente, anche in Italia, si può tranquillamente affermare che la dimensione aziendale non rappresenta più un minus rispetto alla qualità del prodotto offerto.

Essere piccoli ed indipendenti, oggi, può significare maggiore libertà sul posizionamento aziendale, le tipologie di vinificazione e le scelte di marketing, tutti fattori che determinano il successo o meno di una cantina. C’è poi il versante prezzo da tenere in considerazione. Qui le disparità si fanno più marcate, e come detto prima, sarebbe forse un punto da affrontare con calma e tranquillità in seno all’associazione. Un tema quasi più politico se vogliamo.

Da questo punto in poi scuse non ce ne sono più: le possibilità di bere bene arrivano a centinaia da tutto il territorio italiano e il Mercato dei Vini 2015 lo conferma pienamente. Scegliere di accontentarsi ed impigrirsi sugli scaffali del supermercato, è solo una vostra scelta!

Matteo Luca Brilli, o così piaceva ai miei genitori, che mi hanno graziato della nascita in terra Romagnola, con la R maiuscola, regalandomi così una passione viscerale per il buon bere ed il buon mangiare. Studi di comunicazione a parte ho capito subito che impastare uova e farina accompagnandole con un bicchiere adeguato sarebbe stato il un bel modo di passare le domeniche, e quindi via con i corsi di cucina e poi l'incontro con ONAV, diventando finalmente assaggiatore. Qualche cantiniere mi ha regalato la sua amicizia, qualche Chef ha condiviso i suoi segreti, più di qualche parola è stata messa nero su bianco e tante tante ne verranno ancora.

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Matteo Luca Brilli, o così piaceva ai miei genitori, che mi hanno graziato della nascita in terra Romagnola, con la R maiuscola, regalandomi così una passione viscerale per il buon bere ed il buon mangiare. Studi di comunicazione a parte ho capito subito che impastare uova e farina accompagnandole con un bicchiere adeguato sarebbe stato il un bel modo di passare le domeniche, e quindi via con i corsi di cucina e poi l'incontro con ONAV, diventando finalmente assaggiatore. Qualche cantiniere mi ha regalato la sua amicizia, qualche Chef ha condiviso i suoi segreti, più di qualche parola è stata messa nero su bianco e tante tante ne verranno ancora.


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