Soave Classico: un viaggio tra pergole, capitelli e terre nere

Panoramica Vigneti di Soave

Se vi dico vulcani, pergole e patrimonio dell’UNESCO, il vostro pensiero enoico dove vi porta? Un unico territorio soddisfa queste tre condizioni. Siamo nella zona del Soave Classico, splendida DOC che si sviluppa sulle colline dei comuni di Soave e Monteforte d’Alpone. 1700 ettari di infinito verde, tra capitelli, pievi e muretti a secco dove la pergola, come forma di allevamento, risulta la regina del panorama viticolo.

Le origini

Le più antiche testimonianze di coltivazione della vite in queste colline del Soave risalgono al V e VI secolo A.C, periodo della massima espansione dell’impero etrusco.

San Zeno e Cassiodoro, ministro di re Teodorico, sono i primi testimoni d’eccezione della coltivazione della vite nella zona del Soave e della nascita, già allora, della pergola come forma di allevamento.

Successivamente, della presenza viticola nell’area, saranno illustri spettatori anche i vari Veneziani, Scaligeri, Guelfi e Ghibellini. Spettatori che lasceranno il segno del loro passaggio su queste colline, impreziosendo il panorama con palazzi, castelli e splendide ville.

Panoramica Vigneti da Castello di Soave

Panoramica Vigneti da Castello di Soave

La Cantina Sociale di Soave

Si arriva tra la fine del 1800 ed inizio del ‘900 con la nascita della Cantina Sociale di Soave, grazie alla quale viene dato un importante impulso produttivo all’area.

La cantina nasce con lo scopo di limitare i costi di produzione dovuti all’enorme frammentazione delle proprietà, con possedimenti che al massimo arrivavano ai 2-3 ettari.

La fillossera ad inizio ‘900 colpisce, come in tutta Italia, la zona del Soave. I nuovi reimpianti su piede americano compaiono già negli anni ’20.

Nel 1931, grazie al lavoro dei tecnici Italo Cosma e Giovanni dal Masso e l’ausilio della stazione di viticoltura di Conegliano, vi è una prima delimitazione della zona di produzione del vino di Soave. Su tale area delimitata, nel 1968 vi è il riconoscimento della DOC Soave classico.

Cantina di Soave

Cantina di Soave – www.italysfinestwines.it

I vitigni

La Garganega

Il vitigno principale che caratterizza questa DOC è sicuramente la Garganega. Con i suoi grappoli color dell’oro, la Garganega ammalia decisamente l’appassionato visitatore tra metà settembre ed inizio ottobre, periodo della sua perfetta maturazione.

Vitigno autoctono, coltivato per la quasi sua totalità in Veneto, tra le province di Verona, Vicenza e Padova, la Garganega ha trovato nella Pergola Veronese il perfetto connubio.

Infatti, la Pergola tiene sotto controllo il vigore vegetativo del vitigno, proteggendone i grappoli dal sole violento e consentendo un maggior accumulo di norisoprenoidi (precursori di aromi che si formano sulla buccia), che ritroveremo nel vino in forma di delicate sensazioni floreali, fruttate, di mandorla ed erbe aromatiche.

In conclusione, Vitigno, Pergola e Terroir del Soave creano una liaison perfetta, dando origine alla migliore espressione possibile di vini da uva Garganega. Vini caratterizzati, in principal modo, da una peculiare mineralità gustativa.

(Da minimo 70% a massimo 100% nei vini DOC Soave classico)

Uva Garganega

Uva Garganega – www.carugate.it

Il Trebbiano di Soave

Vitigno autoctono a bacca bianca, il Trebbiano di Soave è coltivato tra le province di Brescia, Verona, Vicenza, Mantova e Roma. Nell’areale Gardesano prende il nome di Trebbiano di Lugana (Turbiana), dando origine ai vini della DOC Lugana.

Il Trebbiano, presente da tempo sulle colline del Soave, fino a inizio ‘900 era il vitigno più coltivato prima di essere spodestato dalla Garganega, più produttiva e meno sensibile al marciume del Trebbiano.

Per evitare le criticità di cui soffre, il vitigno necessita di essere messo a dimora in aree ventilate e con una buona esposizione, preferendo forme di allevamento a spalliera, per controllarne al contempo la resa e ampliare l’irraggiamento solare.

Freschezza, sensazioni fruttate e floreali sono i contributi del Trebbiano nei vini Soave Classico. Trovano spazio nella produzione interessanti versioni di vini 100 % Trebbiano, che lasciano il degustatore veramente impressionato.

(Da minimo 0% a massimo 30% nei vini DOC Soave classico).

Uva Trebbiano

Uva Trebbiano – www.carugate.it

Chardonnay

Nel disciplinare di produzione della DOC è presente la possibilità di avere nei vini una percentuale di Chardonnay dallo 0% al 30%. Vitigno internazionale, lo Chardonnay è stato introdotto per apportare maggiore struttura e allargare lo spettro organolettico dei vini.

Scelta a mio avviso, in questo caso, non felicissima, in quanto si tende a snaturare e togliere territorialità alla produzione, senza contare i problemi agronomici evidenziati. Infatti con l’introduzione dello Chardonnay sono comparsi fenomeni come il mal dell’esca, patologia mai riscontrata prima.

Vigneto nella zona del Soave

Vigneto nella zona del Soave

Territorio e suoli, qui c’era il mare!

Il territorio del Soave fa parte dei Monti Lessini Orientali. Nel periodo dell’Eocene (55-39 milioni di anni fa) la zona era ricoperta dal mare e caratterizzata da innumerevoli fenomeni vulcanici sottomarini.

Contemporaneamente a questi avvenimenti si manifestavano depositi di sedimenti carbonatici marini, dovuti ad un abbassamento del livello delle acque.

La fine delle manifestazioni vulcaniche avviene nel Neogene (23 milioni di anni fa). Il prosieguo dei movimenti tettonici, circa 6 milioni di anni fa, ha fatto emergere le rocce sedimentarie di origine marina, dando origine all’attuale conformazione.

I suoli principali della DOC sono primariamente formati da basalti formati dalle colate vulcaniche e da rocce vulcano-clastiche stratificate. L’altra conformazione principale, che ritroviamo concentrata nella parte occidentale della DOC, è composta da sedimenti calcarei di origine fossile (gasteropodi, bivalvi, nummuliti).

Degustazione Soave Classico e tipi di suolo del territorio

Degustazione Soave Classico e tipi di suolo del territorio

Dieci Soave Classico da non perdere

In ogni caso, la maniera migliore per scoprire un territorio viticolo è visitare cantine e degustare i vini prodotti. Ecco dieci consigli per scoprire questo affascinante territorio.

Soave Classico Monte Carbonare – Cantina Suavia

Questo intrigante Soave è ottenuto da 100% uve Garganega allevata a Pergola veronese su suoli basaltici. Si caratterizza per piacevoli note floreali e fruttate di agrumi e pesca a polpa bianca. Avvolgente in bocca, il finale piacevolmente sapido fa di questo vino un esempio iconico dell’influenza del territorio vulcanico sulla Garganega. (Prezzo sui 14-16 euro)

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Soave Classico Monte Carbonare - Cantina Suavia

Soave Classico Monte Carbonare – Cantina Suavia

Soave Classico Calvarino – Cantina Pieropan

Il suolo è caratterizzato da tessitura argillosa limosa con presenza di substrati costituiti da sedimenti basaltici. Vino ottenuto da 70% uve Garganega e da un 30% uve Trebbiano di Soave. I vigneti a Pergola veronese e Guyot sono posizionati su splendide terrazze che ne facilitano l’esposizione alla luce.

Bello il Soave Calvarino, dal giallo paglierino intenso, con profumi di agrumi, sambuco e note di nocciola tostata. Vino sempre elegante dove morbidezza, freschezza e mineralità gustativa sono perfettamente bilanciate. Vino da bere subito, ma se si ha la pazienza di attenderlo qualche anno il vino raggiungerà la sua massima espressione. (Tra i 15/20 euro).

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Soave Classico La Rocca – Cantina Pieropan

Caleidoscopico Soave ottenuto da 100% uva Garganega da un suolo prettamente di natura calcarea e vigneti allevati a Cordone Speronato. Tra i vini simbolo della denominazione, il Soave La Rocca si presenta con un naso complesso su note di miele e frutta tropicale. Dimostra tutta la sua struttura e complessità all’assaggio. Qualche anno di attesa, per metabolizzare al meglio la permanenza subita nelle botti di rovere, non può che giovare ad un assaggio ancor più coinvolgente. (Tra i 25/30 euro).

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Bottiglie Soave Classico PieroPan

Bottiglie Soave Classico PieroPan

Soave Classico Monte Grande – Cantina Prà

Il Montegrande è ottenuto da 70% uve Garganega e da un 30% uve Trebbiano di Soave allevati rispettivamente a Pergola e a Guyot. Tessitura argillosa e scarso scheletro basaltico rappresentano la conformazione del suolo. In questo vino la parola d’ordine è sapidità-fruttata, un’unione piacevolissima, che ne fanno un vino davvero gourmand. (Tra i 20/25 euro).

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Soave Classico La Froscà – Cantina Gini

Uve Garganega 100% allevate a Pergola Veronese su suoli profondi di origine vulcanica per questo splendido Soave dalla beva quasi compulsiva. Lieviti indigeni per la fermentazione e zero solforosa aggiunta per un vino caratterizzato da note fruttate, floreali e di spezie, dove sapidità e freschezza si alternano per dare estrema piacevolezza di beva. (Tra i 20/22 euro).

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Soave Classico Salvarenza – Cantina Gini

Stessa parte della collina del Soave La Froscà, ma nella parte più bassa dove si ha la presenza di suoli con venature calcaree e strati tufacei. Garganega 100%, con pergole veramente spettacolari, formate in parte da viti ancora a piede franco che raggiungono i 100 anni di età. Caldo, avvolgente, sapido e dal finale lunghissimo, questo vino rappresenta una delle migliori espressioni di Soave Classico e a mio parere uno dei migliori bianchi italiani. Zero solforosa aggiunta e lieviti indigeni in fermentazione anche per il Salvarenza. (Tra i 25/30 euro).

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Soave Classico Roccolo del Durlo – Cantina Le Battistelle

Il vigneto del Roccolo del Durlo colpisce per la ripidità veramente importante del pendio su cui sorge. Terreni basaltici e Pergole centenarie di sola Garganega sono le basi della produzione di questo splendido Soave. Il vino colpisce per i suoi profumi di erbe aromatiche e agrumi, all’assaggio risulta avvolgente con trame balsamiche e iodate veramente piacevoli. Il miglior amico di questo Soave è il tempo, con il suo scorrere il Roccolo si impreziosisce in complessità e piacevolezza. (Tra i 15/20 euro).

Soave Classico Cà Visco – Cantina Coffele

Un 70% di Garganega allevata a Pergola su suoli calcarei ed un 30% di Trebbiano di Soave a Guyot da suoli di matrice vulcanica sono le uve che compongono questo vino. Qui ritroviamo tutti i terreni, vitigni e forme di allevamento che caratterizzano questa DOC. Il vino che ne risulta è una perfetta espressione del territorio, fatto di profumi floreali di sambuco, gelsomino e note agrumate. La mineralità gustativa, nota identificativa della DOC Soave Classico, in questo vino è espressa ai massimi livelli. (Tra i 25/30 euro).

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Soave Classico – Cantina El Vegro

Piccolissima cantina di Monteforte d’Alpone, El Vegro rappresenta la produzione legata alla tradizione dei vini Soave. Pergole di sola uva Garganega sui terreni vulcanici del Monte Foscarino danno origine ad un vino che si contraddistingue per profumi decisamente ammalianti di erbe aromatiche, agrumi e pietra focaia. Un mirabile equilibrio gustativo, tra freschezza balsamica e finale piacevolmente sapido, ingolosisce il degustatore ed il richiamo ad un nuovo assaggio risulta inevitabile. (Tra i 12/15 euro).

Soave Classico Le Bine de Costiola – Cantina Tamellini

Pergola Veronese e 100% Garganega per questo Soave. Le vigne affondano le radici in suoli di conformazione calcarea con tessitura franco argillosa. Il nome del Cru prende spunto dal posizionamento del vigneto, a mezza costa in zona assolata, traduzione dell’inflessione veronese “Bine de Costiola”. Vino caratterizzato da profumi di erbe aromatiche e floreali e da una piacevole freschezza, caratteristiche che ne fanno un assaggio piacevole e dalla grande scorrevolezza. (Tra i 15/20 euro).

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Curioso seriale del mondo enogastronomico. Decido nel 2015 di approfondire le mie conoscenze del mondo vino partendo con il percorso sommelier AIS. Da lì il passo al Master Alma AIS e l'esame da degustatore ufficiale sono stati il normale termine per esaudire la mia voglia di approfondire. Amo il Pinot Nero di Borgogna, rappresenta perfettamente il mio ideale di vino, complesso e tremendamente intrigante, ma sempre senza apparire troppo.

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Curioso seriale del mondo enogastronomico. Decido nel 2015 di approfondire le mie conoscenze del mondo vino partendo con il percorso sommelier AIS. Da lì il passo al Master Alma AIS e l'esame da degustatore ufficiale sono stati il normale termine per esaudire la mia voglia di approfondire. Amo il Pinot Nero di Borgogna, rappresenta perfettamente il mio ideale di vino, complesso e tremendamente intrigante, ma sempre senza apparire troppo.


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