Una sera un po’ come tante, una di quelle sere milanesi nelle quali il panorama enoico offre tante possibilità per approfondire la conoscenza dell’immenso patrimonio vitivinicolo italiano, decidiamo di sposare l’invito per la presentazione dei prodotti di La Bollina, azienda di Serravalle Scrivia (AL) che recentemente ha riposizionato sul mercato la propria offerta. Vediamo com’è andata…
In una location particolarmente azzeccata e accogliente (Magolfa32 Home Experience), è stata Sara Repetto, responsabile marketing dell’azienda, ad aprire e servire i tre vini bianchi ed il rosso a disposizione, dando il via al terzo appuntamento di #personedivino LIVE!, evento di degustazione vini ben organizzato da Francesco Cannizzaro e Gabriele Scalici, gestori del blog Appunti Di Degustazione.
Inquadrare La Bollina non è subito facilissimo. La cantina appartiene oggi al gruppo Praga che ha rilevato la tenuta dalla famiglia Ziliani-Berlucchi e grazie alla mano di Marco Roveda, ha intrapreso il giusto cammino per riportare la produzione di vini di qualità al centro dell’attività della cantina.
Benché sia un’operazione iniziata solo nel recente passato, possiamo confermare la bontà degli intenti e testimoniare che la strada intrapresa ha dato i suoi frutti, anche se Sara tiene a precisare che nei prossimi anni saranno sul mercato nuove bottiglie che puntano ancora più in alto, e noi non possiamo che crederle.
I campioni selezionati per la serata erano in rappresentanza della linea “Le Biciclette”, vini accomunati dalle particolarissime etichette scelte proprio da Sara dopo una lunghissima opera di ideazione, frutto, come ci ha spiegato, del suo gusto personale e della mano di Diego Marullo, artista e designer specializzato proprio in questo campo.
Ciascuna etichetta raffigura un “velocipede”, dal vecchio Grand-Bi di inizio secolo per il Gavi Docg, alla bicicletta da donna dello Chardonnay, fino alla bici da corsa del “Minetta” Barbera, ognuna accompagnata da un particolare che richiama la vigna specifica dalla quale provengono le uve di ciascun vino.
Bella scelta, belle etichette, bella storia da raccontare, perché anche l’occhio vuole la sua parte.
In ordine d’assaggio, per come ci sono stati proposti, il Gavi Docg 2014 colpisce subito al naso per la sua fragranza spiccata e le belle note di frutta. Il colore ben acceso e brillante, testimonia la permanenza sui lieviti, cosa che ritroviamo al sorso, dove aiuta a prolungare il gusto oltre la media dei bianchi giovani e freschi. Piacevolissimo, quasi troppo dissetante, e pericolosamente godibile.
Il “Beneficio” offre una piacevole interpretazione dello Chardonnay. Ha bei riflessi dorati nel bicchiere ed il tipico varietale di ginestra al naso. Non nasconde il frutto giallo, la banana e qualche ricordo verde, che però non ritroviamo in bocca, peccato. Il sorso risulta forse un po’ penalizzato, meno particolare e vispo rispetto ad un naso che prometteva di più.
A questo punto Sara ci introduce un “fuori lista”, ossia l’interpretazione più alta del loro Chardonnay, l’Armason Monferrato D.O.C. Bianco, da uve rigorosamente selezionate e lavorate a bassa temperatura, affina un anno in più rispetto al fratello “minore”; noi assaggiamo il 2013, e si presenta decisamente più complesso e personale. Sentiamo bene la nota di camomilla e la base di vaniglia, soprattutto al sorso, spinge un assaggio più rotondo ma mai stanco. Buono, decisamente.
La chiusura è dedicata all’unico rosso della serata, il “Minetta” Monferrato Doc da uve Barbera, che dopo la prima fermentazione in acciaio a temperatura controllata si concede il lusso di un breve passaggio in barriques francesi per finire di riposare per altri tre mesi in bottiglia. Nasce così una bella esperienza che smussa gli angoli della Barbera e la ingentilisce senza privarla di una buona schiena acida che la tiene viva in bocca abbastanza a lungo. Asciutta quanto basta con le consuete note di frutta rossa che lasciano spazio ad un finale breve ma caratteristico di pepe nero.
Cosa dire di più di La Bollina, un’azienda che affonda le sue radici profonde nella storia antica della terra del Gavi e che ha saputo recentemente riposizionarsi sul mercato e ridare il giusto valore a vigneti dalle grandissime potenzialità. Siamo talmente convinti della scelta, che non passerà troppo tempo prima di tornare a fare visita a Sara e Marco, questa volta direttamente in cantina, per raccontarvi del resto della loro produzione.