La Luretta: i Colli Piacentini, la Francia e il rispetto dell’ambiente

Cantina Luretta - Castello di Momeliano Colli Piacentini

In un Paese vicino vicino, vive una Principessa chiusa da anni nelle cantine di un Castello….
Sembra l’inizio di una favola un po’ banale e, invece, è il frutto di un sogno – anzi direi di una visione – iniziata verso la fine degli anni ’80 grazie all’impegno di un uomo, Felice Salamini, che ebbe alcune innovative intuizioni basate sulla propria esperienza di viaggiatore, appassionato e profondo conoscitore dei vini francesi. L’ambientazione di questa “favola felice” è rappresentata dai Colli Piacentini, un’ininterrotta successione di dolci paesaggi ondulati, solcati da valli, che lentamente – quasi senza accorgersene – ci conducono dalla pianura all’Appennino dove lo sguardo potrà, finalmente, scorgere il mare. Terre nelle quali la cultura del buon vivere, del buon cibo e del buon vino non sono apprese, né tanto meno imposte da improbabili spettacoli televisivi, bensì vissute nella quotidianità, come componente naturale del trascorrere di ogni giorno. La Luretta, così si chiama l’Azienda Vitivinicola della famiglia Salamini, incarna questo modo di essere in modo tanto spontaneo da sembrare quasi ovvio perché è così che dovrebbe essere. Quanto seguirà non vorrebbe essere una recensione, bensì semplicemente il sunto di un’esperienza, di una lunga chiacchierata e di tanti tanti assaggi, il tutto sorretto dalla comune convinzione che al vino debba sempre essere riservato il massimo rispetto da parte di chi lo produce, di chi lo consuma e di chi lo narra.

La Luretta, ovvero un esempio di globalizzazione rispettosa

Globalizzazione rispettosa: due parole che, affiancate, hanno tutte le caratteristiche per essere considerate un ossimoro; negli ultimi decenni, infatti, pochi radicali mutamenti sociali e culturali si sono rivelati altrettanto disattenti al rispetto delle identità, delle culture e delle differenze quanto questa volutamente male interpretata forma di unità planetaria. In questo quadro, ecco che l’essenza stessa della Luretta si pone ad esempio di come l’unione di diverse culture enoiche e di diversi approcci al vino possano valorizzarne le diverse anime senza che ciascuna perda la propria identità.
Il fulcro dell’idea del Sig. Felice fu di produrre i vini del territorio connotandoli con un’impronta internazionale. Questo approccio, già di per sé assolutamente non banale, fu reso – credo di poterlo affermare senza esagerazione – avveniristico dalla scelta di abbracciare la vitivinicoltura biologica ottenendo, sin dalla nascita della Luretta, la certificazione delle uve, estesa dal 2011 – cioè da quando la legge lo ha reso possibile – anche alla certificazione del vino. Eccolo quindi con il suo primo vino – da uve Barbera, Croatina e Pinot Noir – intraprendere quel percorso volto a integrare l’antica tradizione piacentina, da molti decenni prevalentemente legata a Barbera, Croatina e Malvasia di Candia Aromatica, con la Francia e i suoi grandi vitigni: Pinot Noir, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Sauvignon Blanc; alla scelta dei vitigni si affianca l’uso, per l’affinamento dei vini ottenuti da alcuni di essi, della barrique; da ultimo, ma non certo per importanza, la tradizione dei vini frizzanti, così fortemente radicata fra queste colline, viene reinterpretata per mezzo del Metodo Classico a base Chardonnay e/o Pinot Nero.

Luretta - Barrique in cantina storica

Attualmente, la Luretta, oggi gestita da Lucio – figlio di Felice – con l’imprescindibile aiuto della madre, produce circa 300.000 bottiglie, in gran parte Metodo Classico e vini rossi, ottenute con le uve aziendali prodotte dai circa 50ha di vigne. La filosofia non è, però, cambiata e continua a coniugare tradizione e modernità grazie anche, a partire dal 2011, all’apporto umano e professionale dell’enologo Alberto Faggiani. Ecco quindi convivere i gyropalettes con la vendemmia e la vinificazione congiunta – e di strettissima tradizione – delle uve Barbera e Croatina alla base dei loro Gutturnio Superiore, oppure l’utilizzo delle barrique, generalmente usate, contestualmente alle botti grandi da 12 o da 90 ettolitri.
L’Azienda, dal 2002, ha sede presso l’antico Castello di Momeliano, in comune di Gazzola, una struttura nata nel corso del XII e del XIII secolo, che può fare affidamento per l’affinamento dei propri vini, tra l’altro, sulle cantine originali con le pareti totalmente realizzate in pietra e le volte in mattoni. La bellezza del Castello e la qualità dei vini lo rendono meta ambita dagli enoturisti; l’Azienda, infatti, vende in cantina circa il 25% dei propri prodotti anche grazie all’attenta accoglienza.
Essendo stata creata da Felice ex novo, la Luretta è figlia di un progetto ben preciso, intrapreso a tavolino con la volontà di ottenere vini con determinate caratteristiche sulla base dei quali sono stati scelti i vitigni e acquistati i terreni più idonei alla loro coltivazione. Ecco quindi che i suoli argillosi a circa 200m di quota, nei pressi di Gazzola e Momeliano, ospitano i vigneti di Croatina, Barbera e Malvasia di Candia Aromatica mentre a Ponte dell’Olio, in Val Nure a circa 450m s.l.m., i suoli marnoso – calcarei si sono rivelati ideali per la coltivazione dei vitigni internazionali.
Il clima è temperato subcontinentale, con la temperatura media annua compresa tra 10 e 14,5°C; nel corso dell’estate, la temperatura media è, talvolta anche per lunghi periodi, superiore ai 20°C. In generale, la collina, rispetto alla pianura, mostra minori escursioni termiche sia giornaliere sia annuali. Sotto il profilo pluviometrico, l’area viticola del territorio piacentino viene classificata nel regime sublitoraneo appenninico. Le precipitazioni annuali vanno da un minimo di 700-800mm nella fascia pedecollinare a circa 1.000-1.100mm al limite dei 500-600m di quota e mostrano un massimo principale in autunno e un minimo principale in estate oltre a un massimo secondario nel corso della primavera.

Un’Azienda si racconta con i suoi vini: le degustazioni

Principessa – Metodo Classico Brut – VSQ – L. L067-11

Principessa Metodo Classico Brut Luretta
Da uve Chardonnay in purezza vinificate in acciaio e dopo una permanenza di almeno 24 mesi sui lieviti, il Principessa si offre all’assaggio di un color paglierino intenso, arricchito da luminosi riflessi dorati nonché da un perlage molto fine, intenso e persistente. Al naso apre con note di pesca gialla e ananas fresco a cui si affiancano eleganti sensazioni di mela molto matura e miele di castagno. In seguito, il suo bouquet, già assai fine e complesso, si arricchisce di sentori minerali, che riportano la nostra mente direttamente alla pietra, affiancati da profumi di burro, liquirizia e fiori gialli. L’ingresso in bocca è compatto, ampio e gradevole grazie all’ottimo corpo sorretto da una freschezza giustamente vibrante esaltata dalla finezza delle bollicine; più che soddisfacente la persistenza.
Degustazione del 14 novembre 2015

Principessa pas dosé – Vino Spumante Pas Dosé Metodo Classico Brut – 2011 – L. L072-12

Ottenuto da Pinot Noir vinificato in bianco e Chardonnay – quest’ultimo soggetto a un periodo di affinamento in barrique – questo Metodo Classico sfoggia un brillante paglierino intenso con sfumature dorate nonché delle bollicine molto fini e persistenti. Il suo bouquet, di ottima finezza e complessità, è connotato da sentori di frutta gialla non troppo matura e ananas fresco tra i quali trovano spazio le eleganti note di citronella, agrumi canditi e fiori di campo che, nel loro insieme, danno vita ad un unicum armonico e molto gradevole. In bocca, è cremoso, di corpo e assai fresco risultando così di ottimo equilibrio e di altrettanto ottima piacevolezza di beva. La lunga persistenza e la chiusa gradevolmente ammandorlata conducono, rapidamente, al sorso successivo.
Degustazione del 3 dicembre 2015

On Attend les Invités – Metodo Classico Brut VSQ – 2011 – L. L072-12

Questo Metodo Classico da uve Pinot Noir vinificate in rosa attrae l’assaggiatore sfoggiando un brillante color buccia di cipolla reso ancora più luminoso da un perlage molto fine e persistente.
Al naso, il Pinot Noir mostra tutta la propria eleganza e complessità regalandoci i tipici sentori di fragolina di bosco ai quali si affiancano, sostenendosi l’un l’altro, i profumi di pesca gialla e liquirizia; col tempo, a questo già ampio panorama olfattivo si uniscono, a completarne la complessità, i sentori dei fiori rossi nonché le sensazioni agrumate del pompelmo rosa e della scorza di arancia. In bocca, si mostra ampio, avvolgente, di corpo e di ottimo equilibrio in virtù dell’ancora evidente freschezza; buona la persistenza che prolunga nel tempo il piacere dell’assaggio.
Degustazione del 19 novembre 2015

On Attend les Invités – Riserva Roncolino – Metodo Classico Vino Spumante Rosé Brut – 2009 – L. L179-11

Lungamente affinato sui lieviti in Magnum, la Riserva Roncolino mostra ciò che il Pinot Noir è in grado di offrire a chi lo rispetta e lo aspetta con pazienza. Capace di illuminare il calice di un brillante color buccia di cipolla impreziosito da minuscole e lungamente persistenti bollicine, questo Metodo Classico apre, al naso, coniugando le note di fragola a quelle di pesca e albicocca mature; a seguire, in una sorta di contrappunto olfattivo, ecco comparire i sentori dell’arancia candita, della liquirizia nera, della piccola pasticceria e del cioccolato bianco. In bocca, si presenta di corpo, fresco e assai sapido mantenendo un sapiente equilibrio; la davvero lunga persistenza è il giusto completamento di un assaggio dal fascino non comune.
Degustazione del 5 dicembre 2015

I Nani e le Ballerine – Colli Piacentini Doc Sauvignon – 2013 – L. L134-14

I Nani e le Ballerine Sauvignon Blanc Luretta
Questo Sauvignon, dal cristallino color paglierino intenso con riflessi dorati, si presenta al naso con fragranti profumi di frutta bianca e fiori di sambuco a cui si affiancano – senza mai prevaricarli – le note varietali di foglia di pomodoro. Col tempo il bouquet si amplia e offre un susseguirsi di sensazioni che spaziano dalla frutta tropicale acerba al timo e alla maggiorana, dalle note citrine ai sentori minerali che conducono direttamente alla roccia. In bocca colpisce per la pienezza della struttura nonché per le sue gradevoli morbidezze perfettamente bilanciate da una freschezza ancora vibrante nonché da una marcata sapidità. Un vino decisamente persistente al gusto così come al ricordo.
Degustazione del 8 novembre 2015

Selín dl’Armari – Colli Piacentini Doc Chardonnay – 2013 – L. L230-14

Nel calice questo Chardonnay offre, alla vista, un cristallino color oro che non può non invitare a proseguire la degustazione. Il naso, assai fine e complesso, si presenta con le note fruttate dell’albicocca, della pesca e della banana con le quali si intersecano sensazioni di erbe provenzali, fiori di ginestra e pompelmo giallo. Il passaggio in legno di circa il 70% della massa, iniziato subito dopo l’avvio della fermentazione, si palesa grazie alla piacevole – e mai aggressiva – nota di vaniglia; leggeri sentori di pietra focaia completano il già ampio panorama olfattivo. In bocca, il Selín dl’Armari – dal nome del vigneto di provenienza delle uve – spicca per corpo, morbidezza ed equilibrio per merito della ancora netta freschezza; la chiusa ammandorlata e la buona persistenza concludono questo interessante assaggio nel migliore dei modi.
Degustazione del 30 novembre 2015

Le Rane – Colli Piacentini Doc Malvasia Dolce – 2011 – L. L230-14

Le Rane Malvasia Aromatica Luretta
Ci sono vini che ti rimangono nel cuore, vini che vorresti sempre avere in cantina anche solo per il piacere dell’attesa di aprirne una bottiglia
. Le Rane – ottenuto da uve Malvasia di Candia Aromatica in parte appassite e in parte da vendemmia tardiva e affinato, per la metà della massa, in legno piccolo – è per me uno di questi vini. Un vino che arriva al cuore fin dal primo sguardo, dal momento in cui hai la fortuna di vederne il cristallino color dorato, impreziosito da pennellate ambra, iniziare a scendere nel bicchiere. È, però, con il bouquet che questo vino esprime davvero le sue più importanti qualità. Il naso, molto fine e molto complesso, esprime una lunga successione di profumi che si alternano, rincorrono e susseguono, in un apparentemente infinito carosello di sensazioni. L’apertura è giocata sulle note di una rosa chiara appassita che si sposano alla frutta gialla matura. A seguire, ecco lo zucchero vanigliato, gli agrumi canditi – cedro e arancia su tutto – e ancora la mentuccia, la citronella e la piccola pasticceria secca. Col trascorrere del tempo, l’insieme si “addolcisce” ulteriormente permettendo di percepire la frutta tropicale disidratata e l’uvetta appassita. In bocca, sfoggia corpo, intensità e struttura, oltre alla dolcezza perfettamente sostenuta da una spiccata sapidità oltre che dalla ben evidente freschezza; la lunga persistenza è il coronamento finale di un assaggio davvero consigliato.
Degustazione del 12 dicembre 2015

L’Ala del Drago – Gutturnio Doc Superiore – 2012 – L. L.135-14

Giovanile e impenetrabile: ecco l’unico modo per definire l’imponente color rubino, con riflessi porpora, di questo Gutturnio Superiore capace di suscitare non poche aspettative in chi si appresta a degustarlo. Aspettative ben riposte dato che il naso sa coniugare con maestria le importanti note fruttate di ciliegia matura, mora, fragola e lampone con le più delicate sensazioni di potpourri di fiori rossi. Occhieggianti dietro questi primi profumi, ecco, col tempo, comparire – quasi senza voler dar nell’occhio ma, nel contempo, capaci di donare complessità ed eleganza all’insieme – i fini sentori speziati della noce moscata e della cannella, nonché le sensazioni più dolci della caramella Rossana e della vaniglia, quest’ultima gradevole e mai invasiva. A completare il già assai ricco bouquet, ecco aggiungersi il cioccolato fondente oltre alle gradevoli sensazioni di sottobosco, capaci di ricordarci l’importante presenza del barbera in questo vino. L’Ala del Drago, al gusto, si palesa di corpo, pieno e giovanile, grazie alla marcata freschezza e a una tessitura tannica ancora leggermente aggressiva, pur se assai promettente per la sua futura evoluzione; decisamente buona la persistenza che ci conduce alla conclusione di un assaggio che, essendo io convinto che gli anni a venire saranno ricchi di doni per questo vino, spero di poter ripetere in futuro.
Degustazione del 19 gennaio 2016

Corbeau – Colli Piacentini Doc Cabernet Sauvignon – 2009 – L. 231-11

Corbeau Cabernet Sauvignon Luretta
Alla vista gli anni sembrano essere trascorsi assai lentamente per questo vino che regala agli occhi un caldo color rubino capace di ben predisporre l’animo all’assaggio.
Il naso di questo Cabernet Sauvignon si rivela, fin dal primo approccio al calice, fine e complesso e caratterizzato da un bouquet assai “scuro”. L’apertura è floreale e improntata sulle note della violetta appassita alle quali, già dopo istanti, si aggiungono sentori fruttati di mora, mirtillo nero e prugna secca. Una lieve rotazione, ed ecco comparire sensazioni di liquirizia, noce moscata e cacao amaro. Trascorrono i secondi – e poi i minuti – e al già ricco panorama olfattivo si uniscono i profumi della polvere di caffè e del rabarbaro; da ultimo, una fresca sensazione di mentolo ne completa il bouquet donandogli verticalità e ulteriore fascino. All’assaggio si offre ampio e succoso, di corpo, fresco e con tannini gradevoli nella loro ancora non del tutto doma giovinezza; ottima la persistenza. Una mia personale nota di merito va alla totale assenza di sentori vegetali di peperone, segno di una perfetta maturazione delle uve, e al sapiente uso del legno piccolo.
Degustazione del 10 luglio 2016

Luretta
Castello di Momeliano
29010 Gazzola (PC)
Tel. 0523-971070
info@luretta.com
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Ho sempre cercato di vivere coniugando la mia voglia di imparare con la necessità materiale di uno stipendio a fine mese, il più delle volte con risultati assai discutibili…. soprattutto per quanto riguarda quest'ultimo. Alla soglia dei 50 anni, ho affrontato una svolta epocale nella mia vita lavorativa. Laureato in Scienze Naturali, con un Dottorato di Ricerca in Biologia Cellulare e Animale e dopo aver dedicato i primi 20 della mia vita alla ricerca zoologica, alla conservazione della natura e all'insegnamento universitario, ho deciso di seguire l'altra mia grande passione, quella per l'enogastronomia. Credo, infatti, che cibo e vino rappresentino la storia e la cultura più profonda di un popolo almeno quanto la pittura, la musica o la letteratura. Oggi sono Esperto Assaggiatore e Docente ONAV, Sommelier, Degustatore Ufficiale e Relatore FISAR e Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi). Dal 2012, dirigo il portale di cultura enogastronomica World Wine Passion oltre ad avere regolari collaborazioni con giornalisti quali Mauro Bertolli, Paolo Massobrio e Marco Gatti. Recentemente, sono stato nominato vicepresidente di una Commissione di Valutazione per l'ammissione dei vini al Merano Wine Festival.

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Assaggi Casalinghi · Storie di Produttori · Visite in Cantina

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http://www.worldwinepassion.it/

Ho sempre cercato di vivere coniugando la mia voglia di imparare con la necessità materiale di uno stipendio a fine mese, il più delle volte con risultati assai discutibili…. soprattutto per quanto riguarda quest'ultimo. Alla soglia dei 50 anni, ho affrontato una svolta epocale nella mia vita lavorativa. Laureato in Scienze Naturali, con un Dottorato di Ricerca in Biologia Cellulare e Animale e dopo aver dedicato i primi 20 della mia vita alla ricerca zoologica, alla conservazione della natura e all'insegnamento universitario, ho deciso di seguire l'altra mia grande passione, quella per l'enogastronomia. Credo, infatti, che cibo e vino rappresentino la storia e la cultura più profonda di un popolo almeno quanto la pittura, la musica o la letteratura. Oggi sono Esperto Assaggiatore e Docente ONAV, Sommelier, Degustatore Ufficiale e Relatore FISAR e Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi). Dal 2012, dirigo il portale di cultura enogastronomica World Wine Passion oltre ad avere regolari collaborazioni con giornalisti quali Mauro Bertolli, Paolo Massobrio e Marco Gatti. Recentemente, sono stato nominato vicepresidente di una Commissione di Valutazione per l'ammissione dei vini al Merano Wine Festival.


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