Antico Borgo dei Cavalli, il Boca e i Vitigni autoctoni dell’Alto Piemonte

Antico Borgo dei Cavalli - La Vecchia Cascina - Colline Novaresi Boca

I giorni di relax passati durante le recenti festività natalizie hanno stimolato il desiderio di eno-conoscenza e di scoprire nuovi territori del Gusto. Uno degli obiettivi che da mesi dimoravano in testa era quella di approfondire le declinazioni alto piemontesi del Nebbiolo, che tra le province di Novara, Vercelli e Biella, viene incarnato in talmente tante interpretazioni che siamo stati costretti a sacrificarci. E quindi via, buona parte dello staff di Trovino.it si mette in macchina e parte all’avventura…destinazione Antico Borgo dei Cavalli!

Da Milano si prende in direzione Novara, poi si punta a destra verso le montagne, lasciandosi prima a destra Ghemme, poi a sinistra Gattinara. Giunti a Romagnano, ancora a destra entrando nel territorio di Boca e del suo splendido Santuario. Poco prima del paese che da il nome alla Doc eccoci a Cavallirio, patria di Silvia Barbaglia e della sua cantina Antico Borgo dei Cavalli.
Antico Borgo dei Cavalli - Barbaglia

Questa è la storia di un lungo percorso di assaggi, che fotografano oggi la dedizione di tre generazioni di viticoltori a Boca che hanno ben chiara una filosofia di vinificazione rigorosa e rispettosa, tanto della tradizione e del territorio quanto del consumatore. Non è una cantina certificata biodinamica né biologica, ma passeggiando per i vigneti di Silvia, che se ne occupa direttamente assieme al marito e al papà Sergio (enologo), si capisce bene che di chimica queste piante ne hanno sentito solo parlare. Tre ettari vitati per un massimo di 25.000 bottiglie che danno però ben 12 prodotti differenti, perché qui si vinificano tutte le uve autoctone della zona, ma ciascuna solo in purezza. E’ stata la voglia di elevare ciascun vitigno al massimo delle sue potenzialità, trovando per ciascuno la migliore declinazione in base alle caratteristiche proprie del grappolo, a far propendere per questa scelta, che regala acidità fuori dal comune, gestita in cantina con differenti affinamenti.

I Vini di Antico Borgo dei Cavalli

Partiamo con la batteria dei bianchi, tutte declinazioni dell’Erbaluce, che vinificato fermo nel Lucino ha una caratterizzazione più decisa e vibrante dei fratelli prodotti a Caluso. 100% Greco Novarese proprio come prescrive il disciplinare della DOC Colline Novaresi. Giallo paglierino che abbaglia appunto per la lucentezza dei riflessi ed un sorso estremamente lungo, screziato di frutta bianca e note leggermente minerali. Da bersi non freddo, solo fresco, per lasciare che i profumi si esprimano al meglio. Stesso grappolo, ma spumantizzato con metodo classico, nelle versioni Brut e Dosaggio Zero, per il Curticella. Fortemente voluto da Sergio che giustamente ha visto nelle doti dell’Erbaluce tutti i caratteri necessari ad un grande metodo classico. Nonostante i consigli ricevuti dagli amici sommelier durante gli assaggi delle prime bottiglie, non ha mai ceduto ad integrare l’uvaggio con un saldo di Chardonnay, preferendo protrarre la permanenza sui lieviti fino agli attuali 60 mesi. Ne risultano due bottiglie eccellenti. Più educato in bocca il Brut, con una maggiore corrispondenza tra naso e sorso, giocato sui toni della frutta candita e della pasticceria secca, decisamente più irruento il Dosaggio Zero. Affilato in bocca, grazie anche ad un perlage finissimo ed incalzante, che aggiunge il panettone ed una nota più ammandorlata ad un sorso veramente lungo. Diciamo che sui crostini al Gorgonzola di Cavallirio ne avremmo bevuti svariati calici.
Antico Borgo dei Cavalli - Ingresso Degustazione

Come recita il proverbio “non c’è due senza tre” e quindi arriva a riempire il bicchiere un’altra dimostrazione della capacità di questa cantina di esprimere il potenziale di ciascun vitigno. Brut Rosè metodo classico da Uva Rara. Particolare e non banale, accompagna una acidità non estrema ad un accenno di tannino. Quel vino che risolve l’annosa diatriba del “cosa bevo in abbinamento ai gamberoni alla piastra?” Fidatevi e provatelo. A questo punto siamo pronti per i vini rossi, e la mano esperta di Silvia cambia i bicchieri con altri più panciuti e stappa il Lea, sempre Uva Rara 100%, ma ferma, solo acciaio, un bellissimo rubino dalle tinte appena coralline ed un naso fragrante. Il primo sorso è già appagante, ma forse dobbiamo ancora abituare la bocca per notare tutto l’apporto di struttura gentile che il tannino morbido dona alla fine di un sorso caratterizzato dai piccoli frutti rossi maturi.Vigneti Antico Borgo dei Cavalli - Colline Novaresi Boca
Clea, come per la sorella DOC Colline Novaresi, ma Croatina in questo caso, sempre 100%. Più decisa, più secca e verticale, ma comunque bilanciata ed equilibrata. Più evoluto come bicchiere, ti lascia riflettere più a lungo fino a rivelare i terziari di pepe e leggera mandorla. Minerale sicuramente ed estremamente appagante. Assaggiamo il 2013, perfettamente pronto, ma uno sguardo d’intesa con Silvia ci conferma che tra un paio d’anni passati a maturare al fresco sarà in grado di stupire realmente. E’ giunta l’ora di cambiare registro e spingere l’acceleratore dei tannini. Avevo già assaggiato la Vespolina 2012 durante l’estate e l’avevo definita “una raffica di schiaffi di un buon amico”, tanto era vigorosa. Riassaggiata a dicembre ha leggermente smussato la forza, ma mantiene tutto il carattere di un vino da maneggiare con cautela. Difficile da raccontarlo se non dicendo che è la bottiglia più equilibrata nel suo estremismo tannico. Largo al principio e poi subito verticalissimo nell’asciugare la bocca fino a scoprire le gengive, lasciando dietro di sé un bouquet di fiori secchi e bacche di bosco chiusi in raffinati sacchettini di pelle conciata.Antico Borgo dei Cavalli - I Vini di Cantina Barbaglia

In questo caso a far da perfetto contraltare gastronomico è pronta una focaccia alle olive. Il verde dell’oliva va in in accordo con tannino del vino e l’untuosità dell’olio assieme alla dolcezza della pasta arriva a bilanciare l’effetto sgrassante del vino. Semplice colpo di genio. Rush finale con sua maestà il Nebbiolo che dopo aver riposato in botti grandi di rovere per almeno un anno va aspettato in bottiglia almeno altri due. Idealmente l’ho trovato esattamente a metà strada tra le declinazioni basso piemontesi di Barolo e quelle estreme dell’alta Valtellina. In una parola giustamente tipico. Tanta sostanza in bocca, tanta Marasca, tanta viola, che evolvono poi in sensazioni più minerali legate agli idrocarburi. Passa indenne la paura che la permanenza in legno possa risultare evidente perché è tutto un gioco di equilibrio, di giustapposizione, di amalgama di componenti del gusto capaci realmente di creare un unicum in bocca realmente vivo, comunicativo, appagante. Bel sorso, che svanisce mezzo secondo prima di averti soddisfatto completamente, costringendoci, poveri noi, con l’aria dei bambini al Luna Park, a chiedere un secondo bicchiere. Come nel caso degli altri rossi di casa Barbaglia, consiglio vivamente di munirsi di 2 o 3 bottiglie e berle a distanza di un paio d’anni l’una dall’altra. L’impressione vera è che sapranno raccontare ogni volta una storia differente, una migliore dell’altra. A questo punto ci sarebbe da aprire una bellissima e lunghissima digressione sul Boca Doc. Partendo dalla bottiglia asimmetrica, non un’invenzione, ma una riscoperta storica anche in questo caso, che un noto produttore di zona si ostina ancora a spacciare per “farina del suo sacco”. Invece, vi invito ad assaggiarlo in prima persona perché la semplice complessità e la raffinatezza di questa interpretazione del Nebbiolo è da provare sulle proprie papille gustative. Difficilmente riuscirei a trasmettervi come accarezza il palato senza risultare opulento, di come avvicinando il bicchiere al naso si percepiscano ancora i guizzi della frutta nonostante le evidenti componenti di cuoio. Sarebbe troppo semplicistico dire che in bocca la sensazione di rosa canina e pepe dura tra i sette ed i dieci secondi, perché nella vita di tutti i giorni sono istanti, ma per un vino equivalgono ad un infinito piacere. Non vorrei sviolinare, non sono il tipo, per questo vi invito a visitare Antico Borgo dei Cavalli a Cavallirio, prendere 2 bottiglie e riportarle a casa. Mettervi comodi, prepararvi una cena a base di spezzatino al Nebbiolo e lasciare che il Boca faccia la magia.
Silvia racconta i vini di Antico Borgo dei Cavalli a Trovino
Giro matto per concludere. Due interpretazioni veramente particolari di vini passiti. Il primo in bianco, grazie all’immancabile Erbaluce che questa volta viene raccolta un po’ in anticipo e dopo l’appassimento fermenta e riposta in botte, concedendosi poi un buon affinamento in vetro. Mantiene tutta la spinta data dall’acidità di partenza fondendola con la giusta dose di dolcezza. Quasi un passito da corsa, decisamente mai seduto. L’altro vino, e questo realmente da meditazione, è una “genialata” figlia del polso, ancora una volta illuminato, di Sergio. Nebbiolo passito. Senza pensarci troppo, lo si abbina con il cioccolato fondente non zuccherato, tanto il dolce lo porta in bocca direttamente il vino. E’ un matrimonio perfetto. Amarena da una parte, tabacco dall’altra. Acidità del cioccolato e dolcezza del Nebbiolo. Alcolicità del passito a nozze con il corpo del fondente. Frutto da un lato e immancabili terziari dall’altro.
I Passiti di Antico Borgo dei Cavalli - Cantina Barbaglia

Con una così cospicua batteria di assaggi, soprattutto di vitigni differenti, solitamente sarebbe difficile trovare un fil rouge altro che non il nome dell’azienda di produzione. In questo caso invece è stato estremamente facile e potremmo riassumerlo in questi tre punti:

  • Territorio e vitigno sopra ogni cosa.
  • Mano del produttore ben riconoscibile in uno stile pulito ed attento
  • Qualità di produzione, ovvero, armonicità di ciascuna bottiglia senza dover smorzare le peculiarità di ciascun vitigno.

Questa è la sintesi di come abbiamo conosciuto ed imparato ad apprezzare Antico Borgo dei Cavalli, azienda storica in quel di Boca, che nei prossimi anni ha intenzione di puntare ancora più in alto avendo le carte in mano per poterlo fare.
E se volete assaggiare i vini della cantina con poco tempo a disposizione, potete partire da qui.

In bocca al lupo quindi a Silvia e Sergio ed un infinito grazie per la voglia di condividere e trasmettere la passione di famiglia e per la splendida accoglienza che riserva ai visitatori della cantina Antico Borgo dei Cavalli.

Matteo Luca Brilli, o così piaceva ai miei genitori, che mi hanno graziato della nascita in terra Romagnola, con la R maiuscola, regalandomi così una passione viscerale per il buon bere ed il buon mangiare. Studi di comunicazione a parte ho capito subito che impastare uova e farina accompagnandole con un bicchiere adeguato sarebbe stato il un bel modo di passare le domeniche, e quindi via con i corsi di cucina e poi l'incontro con ONAV, diventando finalmente assaggiatore. Qualche cantiniere mi ha regalato la sua amicizia, qualche Chef ha condiviso i suoi segreti, più di qualche parola è stata messa nero su bianco e tante tante ne verranno ancora.

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Viaggi DiVini · Visite in Cantina

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Matteo Luca Brilli, o così piaceva ai miei genitori, che mi hanno graziato della nascita in terra Romagnola, con la R maiuscola, regalandomi così una passione viscerale per il buon bere ed il buon mangiare. Studi di comunicazione a parte ho capito subito che impastare uova e farina accompagnandole con un bicchiere adeguato sarebbe stato il un bel modo di passare le domeniche, e quindi via con i corsi di cucina e poi l'incontro con ONAV, diventando finalmente assaggiatore. Qualche cantiniere mi ha regalato la sua amicizia, qualche Chef ha condiviso i suoi segreti, più di qualche parola è stata messa nero su bianco e tante tante ne verranno ancora.


Commenti

Una replica a “Antico Borgo dei Cavalli, il Boca e i Vitigni autoctoni dell’Alto Piemonte”

  1. […] non abbiamo dedicato il giusto tempo agli amici più intimi come Bastia Rebuli, Fratelli Aimasso, Antico Borgo dei Cavalli, Antonio Panigada e tanti altri, proprio per andare a scoprire territori e cantine ancora […]

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