Il Pinot Nero è considerato nel mondo del Vino il “re dei Vitigni”, la massima espressione che l’uva può raggiungere nella sua trasformazione alcoolica. La Borgogna, in Francia, è riconosciuta come la sua patria d’eccellenza, ma anche in Italia abbiamo qualche territorio molto vocato alla produzione di questo difficile e delicato vitigno: l’Oltrepò Pavese senza dubbio, ma soprattutto l’Alto Adige (in particolare per i rossi fermi) nel cru Mazzon, sopra Egna, nella zona di Montagna e nelle valli a Nord di Bolzano.
Nella mia modesta cantina albergano da anni un pò di bottiglie di Pinot Nero, frutto di una simpatica chiacchierata fatta in Enoteca a Castelrotto, da dove ho portato a casa qualche ricordo tra Gottardi, Carlotto, Haderburg e il qui presente Pinot Nero Burgum Novum Riserva di Castelfeder dell’annata 2007 (peccato mancasse Stroblhof).
Castelfeder si trova a Cortina, uno dei primi paesi sulla strada del vino dell’Alto-Adige venendo da Sud, poco prima di Egna e Montagna, anche se la zona di produzione di questo vino è Gleno, frazione di Montagna.
Ma bando alle ciance e veniamo al vino…Si sfiora subito il dramma in apertura, con un tappo che si sgretola “come pane” alla penetrazione del tirabusciòn..forse non son degno di tal assaggio, ma con un comodo apribottiglie casalingo riesco a fare una piccola operazione a cuore aperto e salvare la bottiglia…Alla vista il colore non lascia dubbi sui 7 anni trascorsi; si fanno sentire con un rosso granato e sfumature aranciate abbastanza evidenti, comunque coerenti con le caratteristiche del vitigno.
E anche all’olfatto il primo impatto non lascia dubbi e fa presagire che il tappo versione “zuppa inglese” possa aver fatto un pò di danni. Ossidazione abbastanza percettibile, che in prima istanza fa sembrare il vino “liquoroso” grazie alle note extra mature di frutta appassita e marmellata.
Dopo qualche giro e minuto di paziente attesa, il vino si presenta a bicchiere fermo diverso da come lo avevo lasciato anche se non impressiona, sembra tutto abbastanza seduto e statico; i sentori principali sono quelle “tostati” tipici del barrique, che insieme alle note di frutta matura richiamano il colore nel bicchiere. Tabacco e spezie rendono lo sfondo più godibile.
In bocca il Pinot Nero Burgum Novum si fa apprezzare maggiormente. Ancora vivo e reattivo, ben equilibrato, ma con un tannino ancora molto vivace che rende l’assaggio intrigante e non scontato. Un bel corpo ed un finale lungo impreziosito da un retrogusto “cioccolatoso” rendono la beva decisamente piacevole.
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Personalmente, un vino per essere grande lo deve essere al naso innanzitutto, con una corrispondenza con la bocca basata più sulla qualità che sulla coerenza.
Qui siamo davanti sicuramente ad un buon vino ma nulla di più (secondo me), anche se la beva è molto piacevole e permette al vino di essere un partner ideale per arrosti, brasati, altri piatti di carne “importanti” e formaggi di buona stagionatura.
L’Annata 2007 in Alto-Adige è considerata positiva, ma non sempre costante, sicuramente impreziosita da diversi grandi vini. A questo punto aspetto qualche anno per assaggiare i 2009 e i 2010…