Dopo alcune degustazioni memorabili, a Torino per InBianco e a Piacenza per il Mercato dei Vini della FIVI, si torna agli assaggi casalinghi, momenti veri, di ideale tranquillità per scoprire nuovi vini e memorizzare ricordi di vitigni, territori e produttori: oggi il Lagrein Riserva 2010 di Franz Gojer – Glogglhof.
E che Lagrein! Ne ho bevuto diversi in Alto Adige durante le varie avventure di questi anni, ma tranne pochi campioni davvero interessanti, (Muri Gries, Tiefenbrunner, qualche annata di Porphir) non sono mai riuscito ad entrare in piena sintonia con questo vitigno, forse anche a causa dell’utilizzo frequente del barrique, a mio modesto avviso poco incline a vitigni con queste caratteristiche (vedi anche Teroldego) dove il frutto, secondo me, subisce particolarmente il passaggio in “legno piccolo”. Su questo punto sarebbe bello avere commenti di qualche “tecnico.”
Ma veniamo a questo Lagrein Riserva Franz Gojer del 2010, acquistato nella simpatica enoteca di Castelrotto un paio di anni fa, con l’ambizione di portare a casa un prodotto non comune.
Il naso colpisce subito per un’intensità avvolgente che riporta ai masi di montagna in estate, dove con un calice di rosso si accompagna il tagliere del contadino, a base di speck e salamini speziati. Ampiezza dei sentori, non scontata, note evidenti di noce moscata e tabacco fanno l’amore con i frutti di bosco, che rientrano in un insieme di sensazioni di terra, muschio, con richiami balsamici che ad occhi chiusi ricordano i profumi delle saune altoatesine, che galleggiano languidi nei corridoi e nelle stanze degli alberghi.
Ricordi di cacao completano una trama olfattiva densa, piena e piuttosto articolata.
In bocca non tradisce e cresce ancora come assaggio. Buona struttura e corrispondenza gusto-olfattiva..la magia del vino sale in cattedra e le sensazioni balsamiche e speziate avvolgono la bocca in un assaggio ricco e piacevole, con un tannino ancora vivace ma fine, supportato da una buona acidità che lascia la bocca pulita, deliziata da un finale non lunghissimo ma piacevolmente amarognolo.
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Un vino molto buono, che ha mantenuto fede alle promesse fatte in enoteca, tra i Lagrein più interessanti assaggiati negli anni, valido anche nel rapporto qualità prezzo, anche se devo confessare con un pò di perplesso dispiacere, che dopo una mezz’oretta, riavvicinandolo al naso, il barrique è più evidente, e le sensazioni sono più uniformi rispetto a quelle iniziali, comportamento per altro anomalo rispetto allo standard…misteri del vino..
Da abbinare ad arrosti, cucina tirolese, speck, formaggi media stagionatura, stufati e carni rosse.