Oggi vi parliamo di uno dei tanti vitigni autoctoni italiani. Un vitigno non tra i più blasonati forse, ma in grado di donarci dei vini interessanti ed originali: il Lacrima di Morro D’Alba. Nel nostro caso abbiamo assaggiato il Lacrima di Morro D’Alba DOC 2013 di Podere Santa Lucia, acquistato a Numana all’Enoteca Azzurra Vini, meta imperdibile se siete in zona e siete alla ricerca di prodotti tipici marchigiani.
Un pò di storia del Lacrima di Morro D’Alba
Il Lacrima è un antico vitigno rosso autoctono delle Marche, coltivato principalmente nel comune di Morro d’Alba in provincia di Ancona e oggi anche nei comuni limitrofi di Belvedere Ostrense, Monte San Vito, Ostra, San Marcello e Senigallia. E’ un altro di quei vitigni italiani che in passato era presente anche in altre regioni (oggi solo pochi ettari vitati in Toscana, Romagna, Puglia e Campania) e che ha rischiato seriamente di estinguersi nel corso del tempo. Pensate che le prime citazioni storiche in merito ai vini di Morro d’Alba sono legate a Federico Barbarossa, che nel remoto 1167, durante l’assedio di Ancona, riparò proprio tra le mura di Morro d’Alba per cercare riparo.
Grazie ai produttori della zona di riferimento e alla protezione della DOC istituita nel 1985 (vitigno Lacrima per almeno l’85% con aggiunta di Montepulciano e/o Verdicchio nella misura del 15% massimo), il Lacrima è riuscito a salvarsi e a svilupparsi nel corso degli ultimi decenni, anche grazie all’evoluzione dei sistemi di allevamento che hanno permesso di elevare il vitigno a livelli qualitativi mai raggiunti nel passato.
Il vitigno Lacrima di Morro d’Alba, chiamato anche Lacrima Nera a causa del colore scuro che dona ai suoi vini, deve il suo nome alla caratteristica degli acini che soffrono di rotture nel corso della maturazione, a causa della delicatezza delle bucce, che provoca una lenta “lacrimazione” del succo contenuto all’interno.
Assaggiamo il Lacrima di Morro d’Alba di Podere Santa Lucia
Prodotto con uve Lacrima nera 100%, 13%, matura in fusti di acciaio con un breve periodo in legno di una parte del vino. Affina in bottiglia minimo 3 mesi prima della messa in commercio.
Mostra un colore denso, profondo, un rosso rubino intenso, con leggere sfumature violacee sull’unghia.
Sotto il naso si aprono ricordi di assaggi fatti in passato, del medesimo vitigno e questo è quello che io intendo e riconosco come Tipicità. Perchè un vino fatto con un’uva particolare è tipico a mio avviso, se rievoca più assaggi fatti lungo il proprio percorso, al di là delle caratteristiche doverose riportate su libri e manuali.
Profumi di rosa riempiono il naso già a bicchiere fermo. Frutti neri (mirtilli e more), humus e una nota dolce speziata completano un olfatto vinoso, ma fine e stuzzicante.
In bocca entra morbido e mostra una struttura sopra le aspettative. Il vino ha volume, non palesa squilibri particolari, è dotato di ottima freschezza e tannino gentile, con una buona corrispondenza gusto-olfattiva. Ma è sul finale che regala il meglio. Lascia il palato molto pulito e rimane in bocca ben oltre i canonici dieci secondi, con note di cacao amaro e mandorle decisamente convincenti.
Come abbinamenti, sicuramente azzeccato è l’accostamento ai salumi, meglio se marchigiani e abbastanza importanti, come il salame lardellato di Fabriano o il ciauscolo. Bene con le lasagne o primi al ragù, con carni bianche, agnello a scottadito e ad alcuni piatti tipici delle marche come il brodetto di pesce all’anconetana.
E se vi abbiamo incuriosito, non vi resta che cercare i vini di Podere Santa Lucia su Trovino
NB: il marchio del Podere Santa Lucia è ispirato alla Pala di Santa Lucia, una delle opere d’arte più importanti delle Marche
Podere Santa Lucia
Via Santa Lucia 65 – Monte San Vito
tel. 071 7489179
info@poderesantalucia.com
http://www.poderesantalucia.com/
Apertura:
Dal Lunedì al Venerdì
h 9.30-12.30 | 15.30-18.30